Le discriminazioni più evidenti tra uomo e donna nel mondo del lavoro sono ormai retaggio del passato, tuttavia le disuguaglianze non sono del tutto scomparse, anzi. Come sottolineato in una recente ricerca Istat/Eurostat “La vita delle donne e degli uomini in Europa”, nell’Unione Europea si rileva un più alto tasso di occupazione media degli uomini rispetto a quello delle donne (74% e 63% rispettivamente nel 2019), come alla scontata associazione di queste ultime al “lavoro part-time” per occuparsi dei figli (il 30% delle donne occupate contro l’8% degli uomini), e anche le retribuzioni ne risentono: nel 2018, se si confronta la paga lorda oraria media, nell’UE le donne hanno guadagnato il 14,8% in meno degli uomini.
Nonostante questi dati statistici, ci sono molte aziende dove il ruolo femminile, e le relative professionalità e competenze, non vengono messe in discussione, quanto invece incoraggiate. Con due storie di successo, DataCore Software, azienda specializzata in soluzioni di software-defined storage che aiuta oltre 10.000 clienti in tutto il mondo a modernizzare il modo in cui archiviano, proteggono e accedono ai dati, dimostra come il ruolo femminile possa essere fondamentale per la crescita aziendale.
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Aziende per soli uomini? La consapevolezza guida le donne al successo
La prima protagonista è Amanda Bedborough, nomimata qualche mese fa Chief Revenue Officer a livello mondiale, e recentemente inserita nella lista Women of the Channel Awards 2021 di CRN. Il noto magazine premia ogni anno oltre 1.000 donne che per la loro esperienza e visione del canale meritano un riconoscimento. Visione innovativa, leadership di pensiero, strategia e difesa del canale sono gli elementi di valutazione per conquistare un posto in questo elenco.
“Per le scelte lavorative che ho fatto nella mia carriera – racconta Amanda – sono stata abituata a essere l’unica donna nella stanza. Il 99,9% delle volte non è mai stato un problema, soprattutto lavorando in Europa e in America. Sono stata fortunata ad avere avuto responsabili molto bravi, che mi hanno sempre appoggiata nella mia idea di coinvolgere più donne nella tecnologia. Qualche difficoltà l’ho avuta solo in Asia, in particolare in Giappone, perché lì il lavoro è basato su una forte struttura gerarchica”.
In Italia, invece, nel 1993 Marina Noto ha fondato insieme a sua sorella POS Data System, nata per occuparsi del settore retail, facendo vendita e assistenza di misuratori fiscali, ma negli anni cresciuta fino a diventare uno dei protagonisti siciliani nell’IT, anche attraverso partnership con Lenovo, e diventando quindi Silver Partner di DataCore. La collaborazione tra le due aziende prosegue ormai da cinque anni, con una ventina di installazioni gestite.
“In Sicilia ci sono pochissime aziende e ancor meno sono quelle che hanno a capo delle donne” – evidenzia Marina – Ormai sono 27 anni che faccio questo lavoro e quasi sempre all’altro capo del tavolo c’è un uomo. Sicuramente al Nord ci sono più donne imprenditrici, ma qui da noi è molto più difficile e raro. All’inizio questo sentirmi dire che non ce l’avremmo mai fatta perché ero troppo giovane e per di più donna mi ha spronata a dimostrare che potevamo farcela. Però, a parte la fase iniziale in cui c’era molta diffidenza e quasi tutti mi sconsigliavano di andare avanti, per fortuna non ho trovato persone che mi abbiano davvero ostacolata. Probabilmente mi guardavano con attenzione, ma sono stata fortunata perché ho trovato anche tanti professionisti che mi hanno aiutata, consigliata e supportata”.
“Credo che uomini e donne possano fare gli stessi lavori, – continua Noto – però vedo delle differenze nel mio modo di gestire l’azienda e penso che questo sia dovuto anche al fatto di essere donna, quindi il mio approccio è inconsapevolmente diverso da quello di un uomo: questo non vuol dire che sia meglio o peggio, ma solo differente. Noi donne abbiamo dovuto fare molto più sacrifici, rispetto a un uomo, per portare avanti l’azienda. Quando scelgono di fare un percorso professionale, le donne lo fanno con una consapevolezza e uno spirito di sacrificio maggiori.”
Non sono indispensabili profonde conoscenze tecniche per un alto livello di responsabilità
La volontà di coinvolgere maggiormente le donne in un mondo del lavoro segnato dalla presenza maschile accomuna Amanda e Marina. Entrambe si dedicano a una forma di mentoring rivolta alle donne, coinvolgendo in questo processo le studentesse delle scuole, che auspicabilmente nei prossimi anni entreranno nel mondo del lavoro con nuove competenze e interessi.
Secondo Amanda, per lavorare in un’azienda del settore tecnologico con un alto livello di responsabilità non è però indispensabile avere profonde conoscenze tecniche. “Ciò che è importante nel mio ruolo è avere una buona comprensione della tecnologia di base, ma più importante è capire il mercato e la concorrenza, – spiega – Non sono certo in grado di andare a installare SANsymphony, ma nessuno vorrebbe mai che lo facessi. Penso che sia però molto importante comprendere ciò che non si sa e sono molto fortunata in DataCore, dove ci sono persone di altissimo livello tecnico a cui mi affido totalmente per i dettagli”.
Identica la posizione di Marina che ammette di non disporre di competenze professionali così specifiche, se non quelle acquisite con l’esperienza maturata durante questi anni. “Io lavoro interamente in team con i miei collaboratori, che invece hanno delle competenze tecniche notevoli: io imparo da loro e poi lo racconto ai clienti. Il risultato di POS Data Systems è la somma di tutti e nessuno da noi è indifferente al risultato aziendale. Oggi fatturiamo circa dieci milioni di euro e abbiamo una trentina di dipendenti a tempo indeterminato. Tra di loro il turnover è veramente basso perché, a differenza di tante altre aziende, riusciamo a instaurare un rapporto molto forte tra noi e i dipendenti”.
DataCore e POS Data System: prospettive per il futuro
Il futuro di Amanda e Marina è strettamente connesso alle scelte aziendali fin qui fatte. “Quest’anno è molto emozionante per me, perché oltre ad avere assunto il nuovo ruolo abbiamo anche acquisito Caringo, e quindi Swarm – spiega Amanda – Questa è una sfida che porta nuova energia nell’organizzazione. Con Swarm abbiamo già registrato ottime reazioni. Il prodotto è maturo e vanta una buona base installata. Ora tocca a noi spingere sull’object storage. Per molti CIO e responsabili IT, abituati al block storage, è un nuovo approccio. Per noi non si tratta solo di vendere un prodotto, ma una soluzione a un problema e un nuovo modo di progettare lo storage”.
Per quanto riguarda Marina, invece, il focus rimane sulla più grande isola del Mediterraneo. “Noi pensiamo di continuare a concentrarci sulla Sicilia. Abbiamo dei clienti importanti anche nelle regioni del Nord, ma credo che sia giusto che aziende come POS Data System continuino a mantenere la loro sede principale qui. Se ci trasferissimo a Roma o a Milano perderemmo la nostra connotazione principale. Viviamo in un territorio povero dove ci sono pochissime aziende. Per un fatturato significativo con DataCore abbiamo bisogno di informatizzare venti o trenta aziende, mentre magari in Lombardia ne basterebbe una. La nostra sfida è quella di rimanere in Sicilia lavorando con brand come DataCore per fare in modo che anche la nostra diventi una regione in fermento, dove aprono aziende e in cui POS Data System faccia la differenza, dove i giovani possano rimanere a lavorare anziché trasferirsi in altre aree del paese”.
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