Apple paga la iPhone-dipendenza

La casa di Cupertino, per la prima volta da 13 anni a questa parte, presenta una trimestrale con numeri negativi rispetto a un anno fa. La colpa è soprattutto della diminuzione delle vendite dello smartphone di casa

Pubblicato il 28 Apr 2016

Gianluigi Torchiani

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Un dato di partenza è certo: il fatturato trimestrale di Apple (relativo al secondo trimestre chiuso lo scorso 26 marzo) ha il segno meno, se confrontato con quello di un anno fa. E lo è per la prima volta da 13 anni a questa parte. L’azienda di Cupertino, infatti, ha realizzato un fatturato trimestrale di 50,6 miliardi di dollari e un utile netto trimestrale di 10,5 miliardi o 1,90 dollari per azione. Nello stesso trimestre del 2015 la multinazionale aveva fatto meglio, mettendo a segno ricavi per 58 miliardi di dollari e un utile netto di 13,6 miliardi di dollari, o 2,33 dollari per azione. Dunque il calo anno su anno è stato piuttosto evidente, pari a un -22%. Da rilevare che attendevano si attendevano utili a circa 2 dollari per azione e profitti vicini ai 52 miliardi di dollari, dunque la reazione dei mercati all’indomani della pubblicazione dei dati di bilancio non è stata certo favorevole per il listino della mela morsicata.

Che cosa ha determinato questi dati? Una quota significativa del rallentamento è attribuibile alla cattiva performance in Cina, dove le vendite sono diminuite del 26%. Più in generale a pesare è il cattivo andamento delle vendite di iPhone, il dispositivo che assicura la maggioranza assoluta degli introiti ad Apple: nel primo trimestre del 2016 Apple ha venduto 51,19 milioni di iPhone, contro i 61,17 milioni dello stesso periodo del 2015. E le conseguenze sul fatturato si sono fatte sentire: dai 40,28 miliardi di dollari di ricavi si è scesi a 32,85 miliardi, dunque un calo di quasi sette miliardi che spiega quasi per intero le difficoltà del trimestre.

In realtà hanno mostrato un calo anche i ricavi legati agli iPad (-19%, ma ormai si tratta del nono trimestre consecutivo) e ai Mac (-10%). Da notare che, a quasi a distanza di un anno dal lancio, la casa di Cupertino non fornisce ancora i dati relativi alle vendite degli Apple Watch, a testimonianza che probabilmente – nonostante lo sbandierato successo – non si tratta proprio del prodotto da cui attendersi il rilancio delle vendite della Apple. Che, comunque, resta una società saldamente in attivo e con la maggiore patrimonializzazione al mondo. “Il nostro team ha lavorato molto bene a fronte di forti turbolenze macroeconomiche”, ha dichiarato il Ceo Tim Cook, che dunque si è detto soddisfatto, in particolare per la crescita legata ai servizi (+20%).

In effetti i numeri non positivi del trimestre vanno letti alla luce dello straordinario, forse irrepetibile, progresso degli ultimi 13 anni, che ha permesso a Cupertino di passare da una capitalizzazione di mercato di 5 miliardi di dollari a 579 miliardi di dollari. D’altra parte è vero che all’orizzonte si fatica a intravedere quale potrebbe essere il prodotto o la soluzione capace di far viaggiare nuovamente Apple a tutta velocità: i nuovi mini iPhone e iPad, lanciati recentemente e non ancora conteggiati nel trimestre, probabilmente serviranno soprattutto a rallentare l’erosione delle vendite degli iPhone, in attesa del lancio della versione numero 7. Per certi versi, però, Apple sembra faticare a tenere il passo dei competitor sull’innovazione.

La recente Build ha dimostrato come in certi ambiti (come realtà virtuale e non solo) persino la vecchia Microsoft sia avanti, mentre Google continua a mantenere la leadership nella ricerca più estrema ed ha consolidato il suo predominio nel mondo mobile. Il punto è che, date le immense risorse economiche a disposizione, ci si sarebbe potuti attendere un ingresso di Apple in un mercato ancora non presidiato dalla Apple, come aveva fatto con successo Jobs in passato (musica, telefonia, ecc). Si era parlato molto in passato della Apple Car, un progetto che però sembra oggi rallentato. Che per il momento e i prossimi anni è destinata a rimanere ancora fortemente dipendente alle sorti del suo prodotto di maggiore successo, l’iPhone.

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