I numeri di Apple sembrano smentire gli scettici, ancora una volta: dopo le notizie piuttosto allarmanti delle scorse settimane, in cui si segnalava un rallentamento piuttosto preoccupante delle vendite dell’Apple Watch, il wearable della casa di Cupertino, i primi dati ufficiali diffusi da IDC sembrano invece raccontare una storia di successo. Nel secondo trimestre 2015, infatti, Apple ha venduto 3,6 milioni di unità del suo dispositivo intelligente, arrivando a detenere una quota del 19,9 per cento del mercato globale. L’AppleWatch è secondo solo a Fitbit, leader di mercato, che nel trimestre ha spedito 4,4 milioni di unità e ha una quota del 24,3 per cento del mercato. Ma l’aspetto più rilevante è che la commercializzazione del dispositivo, di fatto, è iniziata negli Usa solo a fine aprile, mentre negli altri Paesi (comunque appena 16 in tutto il mondo), tra cui l’Italia, addirittura alla fine del trimestre.
Dunque, nonostante il limitato tempo a disposizione, l’AppleWatch è stato in grado di imporsi come assoluto protagonista del mercato degli smart watch. E per l’immediato futuro l’aspettativa è di una rapidissima conquista della leadership. Addirittura, secondo le stime provvisorie di IDC, due wearable su tre nel terzo trimestre 2015 sarebbero di casa Apple, che dunque avrebbe in realtà già ottenuto una posizione assoluta di predominio, destinata a durare nel tempo. Fitbit, infatti, non avrebbe grandi carte da giocare per opporsi a questa ascesa, anche perché produce dispositivi indossabili di base (non in grado di far girare applicazioni di terze parti), ossia una tipologia che ormai appare sorpassata proprio per l’avvento dell’Apple Watch. Con cui tutti gli altri vendor dovranno necessariamente fare i conti. Tra questi c’è Xiaomi, che ha spedito 3,1 milioni di unità nel secondo trimestre 2015 e può vantare una quota del 17,1 per cento del mercato. Ma IDC ha rilevato che i suoi “canali di distribuzione limitati” ne hanno rallentato la sua crescita al di fuori della Cina. C’è poi da attendersi, prima o poi, una risposta di Google, chiamata a replicare al successo dell’AppleWatch con una nuova e più funzionale versione del suo sistema operativo Android Wear.