Asus rinnova l’intera gamma dei propri device, dallo smartwatch al laptop, passando per smartphone e tablet, e punta su una proposizione ormai senza più confini tra il mondo consumer e quello business. Si affina, di conseguenza, anche la strategia commerciale, da una parte attraverso l’alleanza con Tim per quanto riguarda la distribuzione della versione premium del telefono ZenFone 3 (la Deluxe), dall’altra con l’imminente avvio di una nuova offerta di servizi di assistenza post-vendita. Venerdì scorso a Milano, alla conferenza di presentazione dei prodotti, c’era lo stato maggiore del produttore taiwanese, a partire dal Corporate Vice President Eric Chen e dall’Head of EMEA Marketing Erik Hermanson fino alla responsabile del Design, Jen Chuang.
Ciascuno, nel proprio rispettivo ambito, ha evidenziato le caratteristiche dei diversi prodotti marcando la differenza con i dispositivi che sono considerati i punti di riferimento del mercato. Parliamo naturalmente di Apple – per quanto riguarda iPhone 6S, Macbook e Macbook Air – di Samsung e del suo Galaxy S7 Edge e del Surface Pro di Microsoft. Rispetto ai quali, hanno ribadito i manager, l’hardware Asus non soffre di alcun complesso di inferiorità. «La nuova gamma rappresenta il minimo comun denominatore dell’eccellenza che Asus vuole trasmettere al mercato», ha confermato Fabio Capocchi, Regional Head of South Europe, parlando con Digital4Trade a margine dell’evento. «Rispetto agli smartphone abbiamo alzato l’asticella per portare l’offerta al livello del nostro posizionamento abituale, mentre sul fronte dei PC la volontà è quella di continuare a innovare in un segmento che secondo alcuni analisti sta rallentando ma che invece secondo noi è più vivo che mai: con un’utenza sempre più matura si va oltre il concetto delle applicazioni che i vendor hanno pensato per ciascun specifico oggetto. Bisogna porsi nei confronti dell’utente finale con un device che sia la massima espressione della libertà di utilizzo in base alla necessità del momento».
In questo senso la scelta di equipaggiare il Transformer 3 pro (dispositivo 2-in-1) e l’ultraportatile ZenBook 3, prevalentemente identificati dal mercato come di fascia consumer, con Windows 10 Pro e con i nuovissimi processori Intel Core i7 vuole invece andare incontro alla visione che Asus ha del tessuto imprenditoriale italiano: i professionisti richiedono prima di tutto estrema flessibilità senza dover pagare lo scotto di minori prestazioni o configurazioni inadeguate. Al momento questo approccio si traduce sul piano della strategia commerciale in una relazione ormai consolidata con i rivenditori, che sul suolo italiano Asus ha suddiviso in tre categorie: Home, Pro e Gold.
Come intuibile dalla denominazione, i primi sono i negozi dedicati alla fascia consumer, i secondi si rivolgono a professionisti e piccole imprese, i terzi sono invece punti vendita che hanno dedicato gran parte dello spazio espositivo ai prodotti Asus. «Quasi dei flagship store», ha detto Capocchi, precisando: «Ancora non ci sono in programma dei veri e propri Asus store nella Penisola, anche se a livello internazionale si sta cominciando a valutare l’ipotesi di boutique e showroom che fungano però più da aree esperienziali, dove provare i prodotti, che come primario veicolo di vendita. Noi crediamo nella forza dei rivenditori. Le grosse commesse? Continuano a esserci, ma per esempio non punteremo al Government: non è tra le nostre priorità perché non fa parte del DNA di Asus e non abbiamo i prodotti per aggredire quel settore».
A supporto dei partner commerciali, Asus continuerà a sviluppare programmi ad hoc focalizzandosi come anticipato soprattutto sui servizi post-vendita. Dopo Trade in, una campagna di incentivi che prevedeva sconti sull’acquisto di nuovi device a fronte del reso di prodotti usati, e la garanzia Kasko, in grado di coprire qualsiasi riparazione anche per danni accidentali, il team di Capocchi sta ora pensando a una nuova formula per offrire continuità di utilizzo a prescindere dal tipo di guasto. «Essendo cambiate le esigenze degli utenti, devono necessariamente cambiare anche le modalità di riparazione: ormai è impensabile rimanere privati del proprio dispositivo anche solo per due-tre giorni. Occorrono pacchetti di servizi che garantiscano il mai più senza», ha detto il manager senza voler entrare in ulteriori dettagli.