In tutto il mondo sono stati spediti ben 123.900.000 apparecchi, per una crescita anno su anno del 14%. Ma il boom delle “tavolette” sembra che stia cominciando a svanire, probabilmente per effetto di una sorta di saturazione del mercato.
Lo dicono i numeri: le spedizioni di tablet nella regione Asia Pacifico (compresa la Cina) sono state dell’8% inferiori rispetto al primo trimestre 2014, principalmente a causa di un calo accusato dai due leader di settore (Apple-Samsung, che insieme controllano il 46% del mercato mondiale). Al contrario, entrambe le società hanno registrato risultati migliori negli Stati Uniti, e, di conseguenza, in questo Paese le spedizioni di tablet sono aumentate del 4%. Decisamente negativo è invece il quadro nell’area EMEA, con vendite in calo di circa l’11% anno su anno, per effetto di una vistosa decrescita nel Vecchio Continente, che ha azzoppato l’aumento di Medio Oriente e Africa. Complessivamente, rispetto al primo trimestre 2014, sono state vendute il 5% in meno di tavolette a livello mondiale (48,4 milioni di unità complessive).
Tra i leader, Apple ha consegnato poco meno di 13,3 milioni di iPad in quello che è stato il suo trimestre più debole dal primo trimestre 2012. Samsung ha spedito poco meno di 8,9 milioni di unità durante il trimestre, un numero inferiore rispetto al trimestre precedente, anche se il calo non è stato vistoso come quello della compagnia di Cupertino. La situazione dei tablet è non lontana dalla saturazione in particolare in Europa, tanto che anche fornitori e partner di canale dovranno prestare la massima attenzione all’accumulo delle scorte. Ma da cosa nascono queste difficoltà?
Secondo Canalys, principalmente, si sta assistendo a un rallentamento nel ritmo di innovazione di questi oggetti, che negli ultimi anni hanno conosciuto aumenti minimi in termini di prestazioni. In futuro, uno sforzo in tal senso sarà obbligatorio per i produttori, anche perché, con l’aumento delle dimensioni degli schermi degli smartphone, c’è il rischio di un ulteriore rallentamento.
Qualche segnale positivo arriva invece dai portatili: con 49,1 milioni di unità commercializzate nel secondo trimestre, le vendite di notebook hanno superato quelle dei tablet per la prima volta dal terzo trimestre 2013, anche se c’è da osservare che rispetto a un anno fa i numeri sono piatti. Però in Occidente c’è indubbiamente un certo fermento: le spedizioni in Nord America e nell’area EMEA sono aumentate – rispettivamente – del 13% e dell’8% anno su anno, aiutate da una buona crescita in Europa occidentale e Stati Uniti. A trainare i portatili sono un miglioramento del quadro economico complessivo e la migrazione in corso da XP; inoltre i Chromebooks stanno guadagnando spazio, con un aumento della domanda soprattutto negli Stati Uniti (sia nel settore educazione che nel consumer).
La prevedibile reazione di Microsoft e altri fattori dovrebbero però innescare nei prossimi mesi un ulteriore abbassamento dei prezzi dei portatili per i consumatori finali, aumentando così la pressione sui margini dei fornitori. Insomma, il mercato dei personal computer sembra entrato in nuova fase, di cui per il momento sembrano avvantaggiarsi attori come Lenovo (vendite in aumento quasi del 20% rispetto a un anno fa, ormai poco distante da Apple), HP e Dell (rispettivamente +11% e +14%).