È terminata il 18 marzo la fiera per eccellenza dedicata all’Information and Communication Technology. Se in precedenza abbiamo dato un occhio ad un paio di annunci principali, qui ricapitoliamo non solo le novità principali presentate ad Hannover ma anche quelle più curiose e i trend che ci attendono nei prossimi mesi.
Archiviata la nuova gamma di router di AVM, gli avatar di HPE e i rischi del biohacking spiegati da Dangerous Things, spostiamoci verso il mondo dei mainframe con le soluzioni di LzLabs, startup svizzera che ha affermato di aver pensato al primo software defined mainframe al mondo. Si tratta di un ambiente di lavoro che permette agli amministratori IT di utilizzare i tradizionali workloads utilizzando Linux e hardware di base. La compagnia ha già stretto accordi con Microsoft, che supporterà il software come parte del cloud pubblico di Azure e Red Hat, che ha già espresso la possibilità di rendere compatibile l’ecosistema con la sua popolare distribuzione Linux.
Crescita cloud
Proprio rispetto al cloud ci sono stati importanti annunci. Ad esempio quello di Protonet, che ha pensato a server dal design più curato e progettati per diventare parte dell’arredo in ufficio e non solo uno strumento relegato a stanzini chiusi a doppia mandata. Con un prezzo che parte da 1.600 euro, qualunque azienda può portarsi in casa la versione preferita (diversa per terabyte) anche con possibilità di leasing dei prodotti. Come non citare il nuovo concetto di mobilità urbana pensato da ActiWait. Si tratta di un touchscreen posto sui paletti dei semafori da cui i pedoni possono informarsi e recepire notizie importanti sulla città semplicemente mentre si aspetta il semaforo verde, oppure Home-Eat-Home, che ha pensato a vari frigoriferi intelligenti da piazzare in città da cui prelevare gli ingredienti acquistati via mobile con un’app, così da evitare la fermata e la coda al supermercato prima di rientrare a casa. Per il mondo del lavoro, ma anche quello dello svago, ci sono le cuffie a trasmissione ossea di AfterShokz che permettono di ascoltare musica o intrattenere una telefonata senza cancellare del tutto i rumori di fondo (come spesso tendono a fare prodotti consumer) così da accorgersi di una sirena nelle vicinanze e di pericoli imminenti.
Cambia il modo di fare acquisti
Quello che si evince dal CeBIT è che il mercato del commercio è destinato a cambiare e parte del merito è della robotica. Prendiamo ad esempio Pepper, un piccolo robot che è in grado di consigliare i clienti che entrano in un negozio e capire di che umore sono, analizzando le espressioni sul loro volto. In questo modo non solo risulta efficiente con le necessità delle persone, ma riesce ad indirizzarle meglio su cosa acquistare, proponendo alternative ai loro acquisti. Obiettivo? Non varcare la porta di uscita senza aver comprato qualcosa. La digitalizzazione della società e dell’economia è un aspetto centrale trattato dal CeBIT quest’anno.
Considerazioni finali
I padiglioni tedeschi hanno ospitato più di 500 esempi concreti di come l’Internet delle Cose può cambiare il mondo. Non a caso dei 50 miliardi di oggetti connessi che vedremo nei prossimi anni, circa il 90% di questi servirà per donare un valore aggiunto al settore B2B. Con circa 3.300 compagnie da 70 paesi diversi, il CeBIT 2016 è andato in pari con i numeri dello scorso anno. L’appuntamento è per la prossima edizione, dal 20 al 24 di marzo 2017.