Con il nuovo anno cambia un aspetto decisivo per gli acquisti on line: secondo quanto stabilito da una nuova legislazione europea, i consumatori italiani subiranno un aumento dell’aliquota pagata sui prodotti e le applicazioni acquistate sul Web. Se fino a oggi infatti i giganti del Web applicavano nella maggior parte dei casi l’imposta che vige nelle loro sedi legali in Lussemburgo, quindi al 15%, da gennaio dovranno applicare l’aliquota dei paesi consumatori e, quindi, per l’Italia al 22%. C’è da osservare che, al momento se l’acquirente-consumatore è un cittadino che non risiede nell’Ue, sarà esentato dal pagamento dell’imposta, almeno finché non sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale una norma apposita che regoli questo caso specifico. Questo tema non riguarda, però, soltanto i privati ma anche i produttori-sviluppatori italiani di programmi e servizi digitali, che dovranno fare i conti con questo cambiamento.
Ad esempio Google, che possiede uno dei più grandi negozi virtuali di app (Google Play Store), ha precisato che, a causa delle modifiche alla legislazione comunitaria, a partire dal primo gennaio corrisponderà l’IVA delle app acquistate dai clienti dell’Unione europea direttamente all’autorità nazionale competente. Insomma, al pagamento dell’Iva maggiorata ci pensa la società di Mountain View, mentre gli sviluppatori non dovranno fare nulla, anche se ovviamente per via dell’aumento si vedranno accreditato un importo inferiore: «Una volta entrata in vigore la modifica, non dovrai calcolare e inviare separatamente l’IVA per i clienti dell’Unione europea», si legge nella nota ufficiale redatta da Google per gli sviluppatori.