Via i dazi su centinaia di prodotti informatici: è questo il senso dell’accordo provvisorio (ITA II, INFORMATION TECHNOLOGY AGREEMENT) raggiunto dai 54 membri del Wto (tra cui gli Usa e la Cina, mentre invece si è sfilata la Russia), l’organizzazione mondiale del commercio, che dovrebbe essere definitivamente ratificato il prossimo dicembre. L’accordo verrà applicato gradualmente a partire dal 2016 (nel giro di tre anni) a una vasta gamma di prodotti informatici che comprendono semiconduttori, apparecchi medicali e satelliti per le telecomunicazioni, macchine utensili per la fabbricazione di circuiti stampati e touchscreen. Dispositivi, come si può intuire, per nulla marginali e che, anzi, complessivamente producono un giro d’affari di 1,3 trilioni di dollari l’anno, pari cioè al 7% circa del commercio globale.
Valore destinato ad aumentare in seguito al compromesso: il Wto prevede infatti che, attraverso l’eliminazione dei dazi (13,8 miliardi l’anno), si creeranno più posti di lavoro e una maggiore crescita economica, mentre i consumatori potranno beneficiare di prezzi più bassi. Da notare che i 54 Paesi firmatari dell’accordo producono circa il 90% del valore di questi apparecchi. Questa intesa è una sorta di estensione della precedente sull’Information Technology siglata nel 1996 da 81 Paesi membri. Nel 2012 in sede Wto si era poi riconosciuto che molte categoria di prodotti It non erano coperte dall’intesa per effetto degli avanzamenti della tecnologia ed erano così iniziate le trattative per ampliare il numero di dispositivi coperti. L’accordo prevede inoltre l’impegno a lavorare per affrontare le barriere non tariffarie nel settore IT, e di mantenere sotto costante revisione l’elenco dei prodotti, così da riflettere i futuri sviluppi tecnologici.