La partita del cloud storage nel mercato consumer è in pieno svolgimento e, per il momento, il vincitore appare essere Dropbox. Lo sottolinea un’indagine svolta dal magazine americano Fortune, che ha fatto il punto su questo mercato in forte espansione. Come noto, infatti, sul lato corporate la grande sfida del cloud storage si gioca fondamentalmente tra tre superpotenze, ossia Amazon, Ibm ed Emc e l’esito appare tutt’ora incerto. Un po’ diversa è invece la situazione nel mercato consumer dove, accanto a due superbig del mondo dell’informatica, Google (con Drive) e Microsoft (con OneDrive), c’è un terzo competitor decisamente più piccolo, ossia Dropbox, che sta svolgendo molto bene la sua parte. In questo caso i tre attori sono in competizione per archiviare foto, documenti, musica e film e altri file di uso quotidiano dei consumatori. Una sfida che, tra l’altro, è resa più complicata da un altro fattore: poiché ciascuno di questi servizi presenta una versione free, l’unico modo che le aziende hanno a disposizione per fare soldi è convincere gli utenti a passare a una versione premium.
Ma chi sta vincendo per ora la battaglia? Microsoft e Google sono potuti entrare nel mercato consumer abbastanza agevolmente, grazie alla loro enorme base di partenza, ossia le persone che utilizzano Gmail e Docs. I numeri forniti dalle stesse aziende (settembre 2014) evidenziano che Dropbox è in testa con circa 300 milioni di utenti, mentre Google Drive si attesta a 240 milioni di utenti e Microsoft ne vanta più di 250 milioni. Questi dati, però, vanno assolutamente presi con le pinze, perché molte persone utilizzano spesso entrambi i servizi, mentre non dicono nulla della frequenza di utilizzo. Fortune ha provato a rivedere questo quadro appoggiandosi a CloudOn, una startup che produce software di elaborazione testi per i dispositivi mobili, i cui utenti possono appoggiarsi ai tre fornitori di cloud consumer per salvare i dati. In buona sostanza ne emerge che ben 3,7 milioni di utenti CloudOn si collegano a Dropbox, meno di 2 milioni con Google Drive e meno di 1 milione collegato Microsoft OneDrive. Insomma, i rapporti di forza nel caso specifico di CloudOn e presumibilmente più in generale sono nettamente sbilanciati a favore di Dropbox, il cui valore è stimato in 10 miliardi di dollari. Anche la recente apertura di Microsoft, che ha annunciato una partnership con Dropbox per consentire agli utenti di accedere ai propri account Dropbox direttamente da Office, appare in fondo una implicita presa d’atto di una vittoria netta di quello che avrebbe dovuto essere soltanto uno sparring partner del mercato.