Ore 14,40 circa, nel mezzo di un freddo ma assolato giovedì di metà febbraio arriva la mail che scuote e accende, finalmente, un inizio 2016 fino a qui molto guardingo per il mercato IT di casa nostra. Arriva la notizia che, a essere onesti, aspettavamo da tempo forti di un sottofondo di voci e indiscrezioni ormai troppo consistenti e attenibili per essere derubricate al solito e tipico vocio spettegolante. Esprinet si compra EDSlan e la integra nel suo già potente motore a valore che prende il nome di V-Valley, distributore nato proprio in seno al Gruppo di Vimercate nel gennaio 2011.
Uno scambio di battute al volo ma, come sempre capita quando ci si trova a confrontarsi con Cattani, denso di significato e spunti. Il cuore, la sostanza, dopo le cessioni Monclick e Comprel, l’acquisizione di Celly era una e una soltanto: “torniamo a focalizzarci sul nostro DNA la distribuzione B2B, le soluzioni e il valore ma, soprattutto, guardiamoci intorno, alle opportunità che il mercato offre in questo momento”. Alla fine l’opportunità è arrivata e, complice il destino, è arrivata a pochi metri da casa, dato che a separare le sedi di Esprinet e EDSlan sono circa 500 metri non di più.
Dall’unione tra V-Valley e EDSlan nasce ora una realtà da 300 milioni di ricavi e oltre 150 persone. Da una parte una azienda, (parte di un Gruppo articolato, quotato in Borsa e con una forte presenza in Europa, Spagna su tutti), focalizzata fin dalla sua nascita sul datacenter e in fase di forte accelerazione nell’ambito delle soluzioni integrate, cloud compreso. Dall’altra un distributore cresciuto nel tempo grazie alla tenacia da uno storico gruppo dirigente, quasi una famiglia, molto compatto e con una specializzazione assai riconosciuta in ambito TLC, Networking. Un distributore che non a caso, negli ultimi anni, sentiva forte il richiamo della convergenza e stava spingendo con decisione verso lo sviluppo di competenze sue e del proprio parco rivenditori, in ambito datacenter e più espressamente IT.
Bando ai soloni… ma il messaggio è chiaro
Come di consueto e come è normale, ora aspettiamo la solita fanfara di soloni che si accomoderanno sul trespolo o piedistallo di turno per dire la loro, fare le loro classifiche, pontificare e annunciare il bene o il male di questa mossa. Dire oggi che cosa sarà non è per nulla facile, sicuro si tratta di una strategia interessante e mirata. Ma non è questo il punto, o forse non solo. Il messaggio più profondo e diretto che questa notizia manda al mercato è, forse, proprio quello della diversità, dell’integrazione, dell’ecosistema IT.
Un mondo scosso dall’avvento del cloud e dell’informatica che diventa servizio, e chiamato ora ad una liquidità e a una flessibilità mai conosciute. Da sempre il bene e il male del nostro tessuto industriale sono gli uomini soli al comando, le eccellenze locali, i fuoriclasse folli e geniali capaci di creare gioielli dal nulla.
Oggi, il cloud, la “sharing economy” come la chiamano quelli che ne sanno, chiamano però queste eccellenze a fare inevitabilmente un salto di qualità non banale. Se cloud e sharing economy non sono infatti solo slogan marketing allora tocca fare un passo in avanti in direzione di un nuovo modello di vendita in cui necessariamente culture e Dna diversi devono integrarsi e mettersi a fattor comune. Andare oltre i prodotti in direzione dei servizi vuol dire soprattutto questo sia strategicamente che tecnologicamente. Di fronte a richieste non di prodotti singoli ma di “esperienze di utilizzo” inevitabilmente i competitor sono chiamati a diventare collaboratori per condividere magari specializzazioni verticali, salvo poi tornare competitor a seconda dell’opportunità, del caso, delle esigenze. Stesso discorso vale per la tecnologia, il caso odierno è esemplare: V-Valley, con l’unione e l’ingresso di EDSlan arricchisce la sua esperienza in ambito datacenter con un cuore networking di altissimo livello. Il tutto dando vita ad un nuovo hub a valore capace di rispodere alle infrastrutture IT e i servizi ad esse collegati che chiedono oggi un approccio integrato completo, complementare. Lo storage che confina con la Rete e i server che confinano con la sicurezza, i big data, il software, la videosorveglianza, le UCC….
Consolidamento dunque ma anche capacità di integrarsi e sfruttare la potenza di fuoco di DNA ed esperienze diverse, al di là delle parole. Non è semplice e non è detto che sia per tutti. Il perché è evidente, vuol dire infatti chiedere alle eccellenze sole al comando di cui sora, di “ascoltare” e rinunciare a qualcosa per fare davvero gruppo, ecosistema in favore del mercato. Non è una questione di massa critica, non è questione di essere grandi o piccoli è questione di valore della diversità, del gruppo, delle persone, un valore inestimabile ma difficile, un valore su cui non a caso, lavora da tempo anche lo storico antagonista del Gruppo Esprinet, quella Computer Gross che da Empoli è partita proprio per sviluppare un originalissimo insieme di diversità.