Il decreto-legge n.69, del 21 giugno 2013, introduce delle modifiche sostanziali al decreto legislativo n.198 del 26 ottobre 2010, che regolamentava il mercato delle installazioni attraverso un approccio “protezionista” verso le imprese iscritte ad albi o associazioni di categoria, escludendo un ampio numero di imprese che – per esperienza e competenze tecniche – potevano ritenersi idonee per la committenza di questi lavori.
Il quadro normativo proibiva infatti – pena sanzioni amministrative da 15.000 a 150.000 euro in rapporto alla gravità del fatto – attività di installazione, allacciamento, collaudo o manutenzione di qualsiasi apparecchiatura di comunicazione interfacciata alla rete pubblica in assenza del titolo abilitativo, il cosiddetto “patentino”, che richiedeva la presenza di risorse e asset spesso appannaggio solo delle medie e grandi aziende. La definizione dei requisiti di qualificazione tecnico-professionali e le modalità procedurali per il rilascio di tale abilitazione seguiva inoltre un iter burocratico così complesso da scoraggiarne la richiesta.
«Il settore dei sistemi di comunicazione telefonica in Italia secondo Databank – Cerved Group vale circa 350 milioni di euro annui (dati 2012) – commenta Zeffirino Perini, amministratore delegato di TeamSystem Communication, la divisione del gruppo specializzata nelle soluzioni di telefonia IP e unified communication -, con una presenza di oltre 700.000 centralini che devono essere sostituiti. In un momento di particolare difficoltà economica, ove le piccole realtà faticano ad andare avanti, l’introduzione di questa abrogazione promuoverà una maggiore apertura del mercato delle telecomunicazioni con risvolti positivi sia per le aziende di informatica, sia per il cliente finale che potrà beneficiare di un’offerta più ampia ».