Andiamo con ordine: negli ultimi anni i tablet hanno trovato moltissimo spazio nelle scuole come strumento di apprendimento e di supporto alle lezioni, grazie in particolare agli iPad, che hanno conquistato una leadership pressoché incontrastata.
Un affare non da poco, considerato che nel 2014 le scuole americane dovrebbero spendere circa circa 9,94 miliardi dollari in tecnologie didattiche (+ 2,5 per cento rispetto allo scorso anno) di cui un terzo dedicato per l’appunto all’hardware. Alcuni segnali, però, sembrano mostrare che il predominio della compagnia di Cupertino nel settore potrebbe declinare nel medio periodo. Innanzitutto un recente articolo dell’Atlantic ha evidenziato come una serie di scuole americane abbiano deciso di annullare o limitare i loro programmi di acquisto di iPad.
Ad esempio il Distretto Scolastico Unificato di Los Angeles, il secondo maggiore a livello federale, che lo scorso anno aveva deciso di destinare l’intero budget hardware per gli iPad, ha cambiato idea, offrendo alle scuole la possibilità di scelta tra sei diverse opzioni, tra cui i Chromebook.
Questi ultimi, ossia i portatili con sistema operativo Chrome di Google, sono il fenomeno del momento, tanto da viaggiare a tassi di crescita a tripla cifra. Secondo una recente stima di Gartner, i Chromebook registreranno vendite per 5,2 milioni di unità nel 2014, in crescita rispetto ai 2,9 milioni di pezzi commercializzati nel 2013, mentre il mercato si triplicherà nel 2017 con 14,4 milioni di esemplari. Il punto è che questo sviluppo, per il momento, è essenzialmente trainato proprio dal settore scolastico statunitense, che pesa per circa per l’85% delle consegne (dato 2013). A favorire l’avvento di questo dispositivo nelle aule è soprattutto il fattore prezzo, un aspetto non da poco considerate le ristrettezze di budget con cui devono fare i conti – anche Oltreoceano – i dirigenti scolastici.
I Chromebook hanno infatti un prezzo di vendita al dettaglio che parte dai 279 dollari, mentre il costo dei tablet Apple è dai 399 dollari in su. Senza contare che le applicazioni didattiche marchiate Google sono immediatamente disponibili gratuitamente sul web, senza dunque bisogno di ulteriori acquisti di software o app. Infine, come citato nell’articolo dell’Atlantic, la stessa forma e la presenza di una tastiera fisica nei Chromebook richiama un utilizzo più “lavorativo” del dispositivo rispetto all’iPad, che talvolta rischia di percepito come troppo ludico. Apple dal canto suo, continua a ostentare sicurezza: nel corso della recente presentazione dei dati trimestrali, il Ceo Tim Cook ha osservato come gli iPad venduti nel settore education abbiano toccato le 13 milioni di unità a livello globale, 5 milioni in più rispetto a un anno fa, in gran parte venduti proprio negli Usa.