Tra i numerosi componenti di una infrastruttura IT, l’innovazione continua al passo con le esigenze più attuali è un requisito imprescindibile, dalla quale sembra però restarne indietro uno dei più importanti. Per quanto portato all’estremo nelle prestazioni, per buona parte lo storage continua a fare affidamento sui sistemi tradizionali. Le alternative non mancano; a sollevare ancora perplessità è però la combinazione di affidabilità, accessibilità e costi non sempre valutata all’altezza della situazione. «Abbiamo inquadrato le grandi opportunità delle memorie flash fin dai nostri inizi nel 2009 – ricorda Matt Kixmoeller, vice president responsabile per l’area prodotti di Pure Storage -. Nonostante la tecnologia fosse ancora lontana dal diventare popolare, abbiamo inquadrato subito le prospettive di elevate prestazioni e la possibilità di sostituire i dischi fissi tradizionali in diversi ambiti».
Per quanto importante, puntare solo sull’aumento delle prestazioni non era necessariamente sufficiente. «Serviva anche individuare gli ambiti più adatti e mettere a punto i relativi processi su misura – prosegue Kixmoeller -. Abbiamo quindi messo al lavoro il nostro team di esperti, abbiamo seguito i rapidi cambiamenti del mercato e siamo così arrivati a poter contare su circa duemila clienti». Di questi, 17 sono in Italia. «Nei primi sei mesi dell’anno abbiamo praticamente raggiunto il fatturato del 2015 – afferma Mauro Bonfanti, country manager di Pure Storage in Italia -.Vedo la concreta possibilità di arrivare a chiudere l’esercizio con un raddoppio degli utili» .
Per quanto sia ancora presente un divario di prezzo rispetto ai sistemi tradizionali, altre caratteristiche iniziano a far pendere l’ago della bilancia in direzioni delle soluzioni all-flash. «Un fattore che ci aiuta è l’arrivo alla conclusione del ciclo di vita naturale di tanti sistemi di storage tradizionali – osserva Kixmoeller -. Sempre più spesso però si apprezzano caratteristiche quali occupazione di spazio e consumi ridotti, estrema flessibilità e semplicità di utilizzo, sostituzione e aggiornamento».
La prima fase di offerta legata ai flash array si è rivelata finora alleata preziosa sia per ambienti molto esigenti dal punto di vista della lettura e scrittura dei dati, a partire dai contesti finance, sia per i progetti cloud all’insegna di versatilità e scalabilità. «Con la modalità ibrida che va per la maggiore, i sistemi flash sono la migliore garanzia in termini di prestazioni – ribadisce Kixmoeller -. Inoltre, se guardiamo alle applicazioni big data, aspetti come scalabilità e gestione per grandi quantità di dati non sono più un problema».
A supporto di un ulteriore salto di qualità, prestazioni e versatilità possono non bastare più. Serve integrare la tecnologia a stato solido in sistemi più completi. «FlashBlade è un sistema a scalabilità orizzontale flessibile, pensato per offrire prestazioni all-flash nell’ordine dei multi-petabyte a prezzi inferiori a 1 dollaro per GB utilizzabile – annuncia Kixmoeller -. La combinazione di FlashBlade e FlashArray forma una piattaforma attraverso la quale diventa possibile progettare ambienti cloud all-flash».
Oltre a superare i problemi legati alla latenza nell’accesso ai dati, la promessa dell’azienda californiana è anche liberare lo storage da sistemi legacy, mettendo sul piatto la propria indipendenza sul mercato quale garanzia di libertà di scelta a lungo termine. FlashBlade combina componenti hardware di base con software proprietario in un sistema concepito e sviluppato totalmente al proprio interno. Tre gli elementi essenziali. Il singolo blade, come insieme di capacità di elaborazione per dati e metadati, composto da flash NAND raw per lo storage e memoria NV-RAM per la protezione power-safe delle scritture che avvengono in contemporanea con altri processi. Disponibili in capacità da 8 TB e 52 TB.
La parte software è affidata a Elasticity, in grado di assicurare funzioni quali riduzione dei dati, crittografia. Tutti i livelli condividono un motore di metadati estensibile comune. Infine, la parte di networking con una rete Ethernet da 40 Gb/s a bassa latenza, software-defined integrata. Per chi ha esigenze meno spinte, o per un primo approccio alla tecnologia, FlashArray//m10, è un nuovo modello entry-level della gamma di array.
A favore di un’applicazione a tutto campo delle tecnologie flash, Pure Storage in Italia è in grado di contare su una referenza in un settore tra i più esigenti. «Come società incaricata a svolgere tutte le funzioni connesse a realizzazione, ampliamento, prolungamento e ammodernamento delle linee metropolitane di Roma, l’unico strumento di lavoro che utilizziamo è il computer – spiega Andrea Spaziani, responsabile area sistemi informativi, affari generali, acquisti e servizi di Roma Metropolitane -. Di conseguenza, le performance dello storage sono centrali nel processo produttivo della progettazione e nella gestione documentale».
Esigenze capaci di trovare una risposta al momento definitiva. «Le prestazioni generali di Pure Storage non sono paragonabili ad alcuna soluzione che avessimo adottato in passato – sottolinea Spaziani . La latenza è sempre sotto il millisecondo, IOPS e larghezza di banda sono molto superiori alle nostre reali necessità».