Con la fine del 2014 ormai prossima, c’è una data che è sempre più vicina: si tratta del 14 luglio 2015, quando avrà definitivamente fine il supporto Microsoft per Windows Server 2003 e Windows Server 2003 R2. Ciò significa che non saranno più disponibili aggiornamenti e patch con conseguente perdita di conformità per i datacenter su cui continuerà a essere eseguito questo sistema operativo. Un problema tutto sommato marginale, potrebbe pensare qualcuno. In realtà, come ha dimostrato il caso di Xp nel lato consumer, la persistenza di certe soluzioni di grandi successo è maggiore di quanto si potrebbe immaginare. Microsoft stessa stima che al momento ci siano ancora 20 milioni di macchine che utilizzano questi tipi di sistema operativi che, addirittura, sarebbero impiegati ancora dal 61 per cento delle imprese del Regno Unito.
Altre stime sono un po’ meno nette, ma comunque indicano un buon 20% di apparecchi a livello globale interessati alla fine del supporto. Dunque, nei prossimi mesi – per evitare complicazioni e problemi di varia natura – moltissime aziende dovranno optare per l’aggiornamento o la sostituzione dei propri server. L’aspetto messo in luce dall’Ix è che questo cambio forzato rappresenta una mega opportunità per l’industria IT, in particolare per quelle attive nel segmento del cloud. Come spesso capita, infatti, soltanto con il fine vita della tecnologia molte aziende sinora refrattarie si potrebbero decidere a migrare parte dei propri servizi verso la nuvola. Un passaggio che, quindi, dovrebbe interessare anche le Pmi. Ovviamente Microsoft ha da tempo messo in atto la sua strategia per l’aggiornamento, ma anche altri competitor sono pronti ad approfittare di questo difficile momento di passaggio.