Piattaforme mobili

Microsoft chiude Project Astoria: niente app Android su Windows 10

L’iniziativa per portare le applicazioni del concorrente su desktop e smartphone è stata ufficialmente chiusa. Resta invece in piedi l’analogo progetto verso il mondo Apple. Ecco le ragioni

Pubblicato il 26 Feb 2016

Paolo Longo

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Le prime avvusaglie erano arrivate a novembre del 2015. Project Astoria, l’iniziativa con cui Microsoft intendeva sviluppare un porting delle app di Android su Windows 10, non stava ricevendo il giusto interesse dagli sviluppatori. Eppure al momento della presentazione alla conferenza Build del 2015, sembrava che il progetto potesse davvero rappresentare un ponte tra il mondo di Windows e quello dell’OS di Google. Il piano si inseriva nel più ampio obiettivo di rendere il sistema operativo di Redmond aperto a tutti gli altri e in grado di far girare non solo le applicazioni Android ma anche quelle create per iOS. Certo il compito non era facile, vista la necessità di spendere del tempo per migrare le app da una piattaforma all’altra, seppur con gli strumenti messi a disposizione dalla multinazionale.

Meno Google, più Apple

Giunge dunque come prevedibile ma in parte inaspettata, la decisione di chiudere Project Astoria, giusto un giorno dopo l’acquisizione da parte di Microsoft di Xamarin, una startup che permette agli sviluppatori di creare programmi e giochi con un singolo linguaggio per poi trasferirirli, con le dovute personalizzazioni, su altre piattaforme. Insomma è probabile che il vecchio Astoria possa proseguire con Xamarin, con un team dedicato all’operazione. “La filosofia seguita da Microsoft è sempre stata quella di permettere ai dev di portare le app da un OS all’altro senza troppi passaggi. Per questo abbiamo investito nella costruzione di iOS Bridge, un ponte tra noi e Apple”. Se dunque Project Astoria, collegamento tra Windows e Android, ha terminato il suo compito ancor prima di cominciare, sul versante Apple è ancora tutto in piedi. Probabilmente perché Microsoft crede sia più vantaggioso supportare la codifica di app iOS (soprattutto quelle professionali) piuttosto che incentivare quelle che arrivano dal mondo Google, solo in piccola parte dedicate al business e alla produttività.

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