La fase di studio del cloud computing volge rapidamente al termine e per fornitori e utenti è il momento di pensare seriamente a trovare la giusta configurazione per supportare le finalità delle rispettive aziende. Dal punto di vista di chi affronta il mercato dalla parte dell’infrastruttura e dei servizi, significa sostanzialmente mettere a punto strumenti in grado di incentivarne l’adozione. «Diversi nostri clienti stanno ormai pianificando la transizione al cloud computing – afferma Sanjay Sinha, vice president cloud development di Oracle -. È uno dei passaggi chiave nel mondo industriale, uno dei più importanti a livello di infrastruttura, capace di portare agli utenti maggiore velocità di azione e minori costi».
Dove entra in gioco un rinnovamento a livello infrastrutturale, un’azienda in grado di offrire hardware, software e servizi correlati non può perdere un istante. Arriva così la proposta destinata a coinvolgere i partner per invitarli a spingersi oltre le consuete attività di canale, sviluppo dedicato o assistenza, nell’intento di raccogliere sotto le proprie insegne un’offerta più completa e articolata possibile. «Oracle Cloud Marketplace è una sorta di mercato globale all’interno del quale ognuno di nostri partner potrà pubblicare le proprie applicazioni – spiega Sinha -. L’interfaccia è studiata in modo che i clienti siano in grado di sfogliare il catalogo per individuare le caratteristiche e trovare le soluzioni che cercano, ma anche trovarne di nuove in grado di aiutarli a evolvere meglio il proprio business».
Dalla combinazione dei propri software con i server ereditati da Sun, abbinati a standard quali Java e MySQL, l’obiettivo è attirare i clienti attraverso soluzioni complete e aumentare di conseguenza i volumi di applicazioni attivi sui propri sistemi, partendo dal presupposto che ogni sorta di applicazione, dall’Erp alla supply chain passando per i più attuali strumenti di collaborazione e condivisione, social network compresi, possano ruotare intorno al cloud. «I nostri 17 data center sono già in grado di servire 25 milioni di utenti con soluzioni cloud – sottolinea Sinha -. Vale a dire, 19 miliardi di transazioni al giorno al servizio di 12mila clienti».
La motivazione per indurre a preferire questo maketplace è in una impostazione orientata alla massima apertura e a contatti diretti. In pratica, Oracle intende fornire lo strumento e lasciare la gestione in mano agli interessati. «Per ogni applicazione verrà verificato solo il corretto funzionamento – prosegue il vice president -, dopodichè gli utenti saranno liberi di entrare in contatto tra loro, aggiungere valutazioni personali e renderle pubbliche, oltre naturalmente acquistare se lo ritengono opportuno».
Dal punto di vista dei partner in particolare, vuole essere uno stimolo per lavorare in direzione dell’integrazione tra i propri moduli, ma anche con altre applicazioni. In caso di acquisto, si entra in contato diretto con il cliente, «una possibilità molto importante di crescita per il loro giro d’affari e la prospettiva di monetizzare i propri investimenti effettuati sulla piattaforma Oracle», quello che esattamente si aspetta l’azienda in termini di ritorno e si augura stimoli una crescita.
A livello nazionale, la partecipazione è ancora tutta da costruire, una situazione sul cui rapido cambiamento però non ci sono dubbi. «Attualmente possiamo contare su un solo partner realmente attivo – ammette Giovanni Ravasio, country leader applications di Oracle Italia -. L’interesse è comunque elevato, come ci ha confermato l’incontro che abbiamo appena organizzato proprio per il canale, dove i system integrator erano tutti presenti».
Per loro, le strade percorribili utili a trasformare in fatturato questa occasione sono diverse. «Un’applicazione può essere inserita nel cloud Oracle e interagire con quelle del cliente, oppure il partner può integrare la soluzione con il proprio cloud e all’occorrenza anche con il nostro – conclude Sinha -. Ma il marketplace, la cui adesione è gratuita, è anche strumento di marketing per far conoscere le proprie applicazioni, avere riscontri, conoscere le altre e confrontarsi».