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Perché i big data sono la chiave del successo dei clienti

L’esplosione dei dati è sotto l’occhio di tutti. Le aziende capaci di sfruttarli adeguatamente avranno un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza

Pubblicato il 05 Ott 2016

Gianluigi Torchiani

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I big data stanno cambiando il modo di fare business. La loro adozione è in rapido aumento, via via che le organizzazioni riescono a “sbloccare” il valore dell’analisi dei loro dati. Eppure grandi quantità di dati sono disponibili da decenni. Quindi, per che cosa si distinguono oggi i big data? Principalmente, per la loro velocità, varietà e volume. Grazie ad una aumentata potenza di elaborazione, possiamo ora andare “oltre” i dati e appropriarci di ulteriori informazioni che in passato non avremmo potuto cogliere. I big data dunque non sono una novità in sé, è il loro potenziale ad essere cambiato.

Attualmente, creiamo in media 2,5 quintilioni di byte di dati ogni giorno. Ciò significa che potrebbero essere sufficienti solo tre giorni per generare tanti byte di dati quanti sono i granelli di sabbia esistenti in tutto il mondo e le stime suggeriscono che questa cifra crescerà in modo esponenziale. Entro il 2020 infatti, il numero dei dati potrebbe essere di 44 volte superiore rispetto al 2009. Anche se il valore potenziale dei big data varia per ogni organizzazione, ogni settore può beneficiarne. I vantaggi – che vanno da una maggiore soddisfazione del cliente a processi di business più veloci – non sono affatto pochi e gli investimenti futuri in tal senso dovrebbero essere significativi. La società di analisi Gartner ha rivelato che più di tre quarti delle aziende stanno investendo nei big data – o prevedono di farlo – nell’arco dei prossimi due anni, con un ulteriore aumento del 3% rispetto il 2014.

Anche se la quantità di dati che fluisce attraverso ciascuna azienda è differente, si può facilmente intuire che la loro quantità è mediamente in forte aumento. La crescente sofisticazione delle piattaforme di analisi combinata con l’incremento dei dati provenienti da social media, applicazioni mobili e Internet delle cose, permette alle aziende – a differenza di quanto avveniva solo poco tempo fa – di proiettare uno sguardo verso il futuro.

Giancarlo Soro, Country Manager, Lexmark Italia

Grazie a queste informazioni, ora le organizzazioni sono in grado di diventare più reattive. Secondo NewVantage Partners la possibilità di operare più celermente è stato uno dei principali driver di investimento nei big data nel 2016. In particolare, quando si tratta di tecnologia enterprise, uno dei più grandi vantaggi che i big data promettono è la capacità di poter elaborare grandi quantità di dati per estrarre informazioni che vanno oltre i dati stessi. Un modo certo per migliorare la velocità di una struttura aziendale – ad esempio – è quello di evitare guasti e timeout. Se in precedenza, le aziende dovevano aspettare fino a che l’eventuale guasto tecnico si fosse verificato – quindi potenzialmente troppo tardi – oggi le organizzazioni dotate di dispositivi intelligenti basati sui dati possono identificare i problemi preventivamente ed intervenire prima che il dispositivo si blocchi. Le aziende stanno scoprendo che grazie ai big data possono non limitarsi semplicemente a rispondere al comportamento dei loro dispositivi ma possono arrivare addirittura a “plasmarli”.

Questo migliora notevolmente l’esperienza delle aziende che utilizzano questa tecnologia. Le organizzazioni lungimiranti stanno sempre più spesso ponendo questo come obiettivo principale dei loro progetti relativi ai big data. Secondo un recente sondaggio condotto da Gartner, il 64 % delle grandi organizzazioni colloca l’esperienza del cliente al primo posto della strategia big data. Questo perché migliorare l’esperienza del cliente impatta direttamente sulla fedeltà al brand e può trasformare un consumatore in un sostenitore del marchio. In conclusione, anche i riscontri economici possono essere notevoli, e tutto parte da un approccio intelligente verso i big data.

Fondamentalmente il cambiamento più significativo che viene dai big data è il passaggio da piani di servizio reattivi a strategie proattive, utilizzando l’analisi dei dati. Con la rivoluzione digitale, per un’azienda non vi è asset più significativo della sua tecnologia. Secondo un recente studio “la manutenzione costante delle apparecchiature IT” rappresenta una delle principali preoccupazioni degli influencer di tecnologia (50%), mentre – sempre in alto nelle priorità – vi è “il monitoraggio di budget e costi” (48%). La soluzione dei problemi IT, come ad esempio un guasto della stampante, rappresenta un’area in cui i big data possono fare una grande differenza. La soluzione Predictive Service di Lexmark utilizza analisi dei dati per evitare problemi della stampante e consentire ai clienti di avere un ambiente di stampa “always on”. Il suo motore di analisi monitora e analizza più di 100 punti di dati provenienti da sensori collocati in ogni dispositivo, che consentono di intraprendere azioni preventive e risolvere possibili problemi prima che si verifichino. Questo è solo un esempio di come l’utilizzo di big data nella tecnologia di tutti i giorni può aumentare produttività, profitto ed evitare interruzioni di servizio in azienda.

La crescita dei big data sta cambiando il volto del business moderno, ma la cosa realmente importante è e rimane che cosa le aziende fanno con questi dati. Ora che le organizzazioni di tutto il mondo hanno iniziato ad utilizzare l’analisi dei dati per migliorare l’esperienza del cliente, la posta in gioco per sfruttarla e migliorarla continuamente non è mai stata così alta. In una gara globale, sempre più dominata dai player più veloci, i big data rappresentano la chiave per costruire un business più agile, reattivo e produttivo.

*Di Giancarlo Soro, Country Manager, Lexmark Italia

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