La stampa 3D avanza, ma non tutti gli attori di mercato sembrano trarne giovamento. Ma andiamo con ordine: i dati che arrivano da Context mettono innanzitutto in evidenza un buon andamento delle stampanti desktop 3D più economiche (cioè sotto i 5.000 dollari) nel primo semestre dell’anno, con spedizioni praticamente più che raddoppiate (+114%) rispetto a un anno fa. A guidare questo sviluppo è il mercato nordamericano, dove sono concentrate il 63% di tutte le vendite globali di questa categoria, mentre l’Europa occidentale resta un mercato molto più ristretto (20%). Il merito dell’avanzata è dell’ingresso di nuovi marchi e dell’espansione globale dei canali di vendita, nonché del successo delle iniziative di finanziamento (anche tramite crowdfunding). Secondo Context, comunque questi nuovi attori avranno bisogno soprattutto del supporto della distribuzione per giocare un ruolo maggiore sul mercato globale.
Per il momento i primi cinque vendor a livello mondiale (e relativi marchi) nel periodo sono XYZPrinting (Da Vinci), 3D Systems (Cube / Cubify), M3D (micro), Stratasys (MakerBot) e Ultimaker. Ma qui iniziano le note dolenti: mentre infatti quasi tutti i vendor hanno mostrato buoni guadagni anno su anno, Stratasys ha invece incontrato notevoli difficoltà. Che si estendono anche all’ambito professionale e industriale, tanto che la società ha appena annunciato risultati finanziari a dir poco negativi. Infatti, il vendor ha dovuto fare i conti con il quinto trimestre consecutivo di perdita. Problemi non dissimili interessano anche 3D Systems, azienda fondata da Chuck Hull, l’uomo che ha inventato la stampa 3D, che pure ha visto un aumento delle sue vendite annuali. Tanto che c’è già chi mette in dubbio il futuro ininterrotto di crescita della stampa 3D, specie dal lato consumer, ma visti i numeri citati in precedenza emettere queste sentenze appare a dir poco prematuro.