System integrator, software developer, aziende clienti, mondo accademico. È variegato il mondo degli attori che si muovono intorno a MindSphere, la piattaforma di Siemens per lo sviluppo di applicazioni IoT per l’industria, i quali si sono organizzati in associazione con l’obiettivo di definire requisiti, standard, informazioni, utili agli operatori terze parti per orientarsi nello sviluppo di progetti e soluzioni legati all’Internet of Things.
«MindSphere World Italia (vedi l’articolo del lancio dell’associazione) è nata la scorsa estate, quasi in contemporanea con l’associazione tedesca, riunendo da subito 18 realtà del mondo industriale, universitario e degli integratori – ha esordito Giuliano Busetto, presidente di MindSphere World Italia, oltre che country division lead delle divisioni Digital Factory e Process Industries and Drives di Siemens Italia -, sull’onda della crescita delle soluzioni in ambito IoT e della digitalizzazione del manifatturiero. Oggi è la presentazione ufficiale dell’associazione, che ha come obiettivo la promozione della piattaforma MindSphere nel mondo del cloud IoT per l’industria, dove cresce l’esigenza di definire requisiti e standard, stabilire linee guida per i sempre più numerosi sviluppatori che si appoggiano al sistema operativo di Siemens, un vero e proprio PaaS multiproprietario e aperto sul quale poter creare app e soluzioni basato sullo IaaS AWS (in Asia su Alibaba – ndr), che ha l’edge computing integrato nella propria architettura».
L’ecosistema dei partner che MindSphere World intende coinvolgere comprende costruttori di macchinari industriali, integratori, università e sviluppatori di app, software company, consultant, un network aperto, che contribuisce a standardizzare quelle attività, anche non solo in ambito industriale, dove si prevede la gestione delle informazioni che arrivano al campo, l’aggregazione dei dati e la capacità di analizzarli. Per definire una vera e propria libreria di app IoT in grado di offrire soluzioni di analisi di funzionamento di impianti produttivi, macchinari, fino agli elettrodomestici.
Varie le applicazioni che sono già state realizzate sulla piattaforma Siemens, molte delle quali da aziende parte dell’associazione. Come Zani, azienda che produce presse ad alte prestazioni, che si è appoggiata a MindSphere per la gestione delle proprie flotte, dotando le proprie macchine con una serie di sensori, utili per fare analisi predittive, guadagnando efficacia e gestione intelligente e ridurre i costi di manutenzione in base alle informazioni che la macchina stessa fornisce.
Oppure Jobs, azienda parte del gruppo FFG che commercializza macchine utensili in ambito automotive, aerospace e meccanica generale, la quale si è avvantaggiata dell’ambiente aperto che caratterizza MindSpere che non pone vincoli sulle tecnologie residenti o utilizzate e che consente di essere utilizzata anche da provider di altri Paesi, garantendo riservatezza di dati, apprezzata da ambienti sensibili come quello militare, connsentendo un monitoraggio continuo della sensoristica collegata alle macchine per una reale predictive maintenance e possibilità di intervento a tempo zero.
Tanti casi d’uso che MindSphere intende portare a esempio in occasione della prossima edizione di BI.MU. la fiera milanese per le macchine utensili che si terrà a Milano dal 9 al 13 ottobre, dove sarà presente con un proprio stand insieme alle applicazioni create da Rittal, Engineering e Crippa, alcune delle aziende associate.
«Sarà un momento di visibilità che sfrutteremo per attirare l’attenzione di altre aziende che vorranno contribuire a MindSphere Italia. Già sono molte le richieste che continuamente ci arrivano, ma vorremmo davvero avere un contributo forte dall’ecosistema di partner che si muove intorno al PaaS Siemens. MindSphere, infatti, non è un oggetto compiuto, ma è una piattaforma in continua evoluzione che vuole crescere, e per farlo necessita del continuo dialogo con chi sviluppa la piattaforma e i partner. Un modo per fare evolvere anche il modello di business, e aiutare di conseguenza i partner a cambiare il loro modo di proporsi al mercato» conclude Busetto.