Storage Nas

Un Nas è per tutti, anche quando non tutti sanno come sfruttare un Nas

In un settore con elevata standardizzazione e importanti fette di mercato ancora da conquistare, la ricetta Qnap Systems si affida ad affidabilità e flessibilità del software oltre a un’offerta in costante espansione

Pubblicato il 02 Lug 2015

Redazione TechCompany360

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Alvise Sinigaglia, business & development manager di Qnap Systems

Considerati nelle aziende strutturate risorsa strategica al pari di potenza di calcolo e networking, per gli strumenti evoluti di storage è più difficile trovare maggiori spazi anche nella Pmi e il mondo Soho. D’altra parte, la semplicità ormai requisito imprescindibile per avviare singoli utenti e professionisti alle buone pratiche di backup è una richiesta avanzata anche a livelli superiori, per assecondare l’esigenza di controllo dei costi e ridurre i rischi legati alla perdita dei dati.

Dal punto di vista di un fornitore, riuscire a combinare questi elementi offre delle ottime premesse per raccogliere i favori del mercato. “In linea di massima, un dispositivo come un Nas è un insieme di pezzi di ferro, come ram, cpu e dischi, prodotti da altri – afferma Alvise Sinigaglia, business & development manager di Qnap Systems -. La differenza è tutta affidata al software e la nostra scelta di puntare sul kernel proprietario Qts 4 basato su Linux è ormai riconosciuta dai clienti per la stabilità dei sistemi e il ventaglio di applicazioni a supporto”.

Passati in secondo piano fattori praticamente scontati quali capacità di memorizzazione crescente e velocità, la sfida si gioca ora su altri campi, con proposte mirate per le varie fasce di mercato. “Nel mondo Pmi, dove puntiamo molto in prospettiva futura, il nostro orientamento è verso i modelli con sei vani – spiega Sinigaglia -. Rispetto ai tradizionali quattro, aumenta la versatilità oltre allo spazio. Scalabilità ed efficienza in cambio di un prezzo leggermente superiore”.

All’hardware di base, l’esperienza maturata dall’azienda di Taipei nel corso di dieci anni e gli importanti investimenti in ricerca e sviluppo permettono di abbinare funzionalità sempre aggiornate e utili a distinguersi sul mercato. “L’ultima versione dell’interfaccia apporta ulteriori semplificazioni – riprende Sinigaglia -. Tra gli altri, su segnalazione degli utenti, siamo intervenuti per le operazioni di backup, sincronizzazione e multitasking”.

L’ambizione di puntare alle fasce crescenti di mercato rispetto al settore Soho originario porta necessariamente a introdurre anche funzionalità evolute. “La virtualizzazione è un concetto noto ai più ma non sempre altrettanto chiaro quando si parla di PMI. Noi risolviamo il problema installandola direttamente a bordo del Nas, e rendendola gestibile collegando monitor e tastiera”. Sulla stessa linea si colloca inoltre il supporto per Container Station, destinato a mettere ambienti dedicati a disposizione degli sviluppatori.

Tradotta in pratica, questa visione porta a un importante rinnovamento della gamma Qnap, con l’obiettivo dichiarato di alzare il tiro del proprio catalogo. “Vogliamo confrontarci nel segmento entry level delle PMI, ai quali rivolgiamo tre proposte – rilancia Sinigaglia -. TS-563 con architettura Amd e singola connessione 10 Gb consente di contenere il costo pur garantendo la gestione di più macchine virtuali. Per il mondo della grafica abbiamo invece TS-453 Mini, per chi è alle prime esperienze con il mondo Nas”. Con un occhio di riguardo anche per il design, l’obiettivo è in questo caso superare la carenza di conoscenza sul mondo Nas. TVS-871T infine, lancia la sfida al mondo Apple, con la connessione Thunderbolt integrata. Punto forte, la riduzione importante nei tempi di trasferimento dei lavori in studi grafici e produzioni video rispetto ai più usati hard disk esterni o connessioni dirette.

La vera sfida però l’azienda è pronta a giocarla sul finire dell’anno. “Vogliamo entrare nel mondo enterprise con una macchina che resti comunque un Nas – rivela Sinigaglia -. La linea ES in fase finale di messa a punto punterà molto sulla ridondanza hardware a tutti i livelli, con doppio alimentatore, doppio controller, batteria tampone e ventole sostituibili a caldo”. Con i dettagli tecnici ancora provvisori, l’orientamento attuale è un sistema di dimensioni 3U con 16 vani per unità a disco e 32 GB di dotazione massima di Ram.

Una risposta anche in questo caso alle esigenze raccolte dal mercato. Un compito tuttavia impegnativo in un settore nuovo per l’azienda, già all’opera per preparare a dovere il canale e individuare nuovi partner specializzati sul mondo aziendale. “Soprattutto a livello PMI è ormai la regola incontrare responsabili It con le idee chiare – conclude Sinigaglia -. Capita però ancora di trovare interlocutori spaesati quando bisogna dimensionare la macchina giusta per le loro esigenze. Dove entrano in gioco virtualizzazione, streaming o videosorveglianza serve un impegno aggiuntivo da parte nostra, sia direttamente sia affiancando il canale”.

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