Nonostante la crescita esplosiva del mercato italiano dell’intelligenza artificiale -++45% nel 2024, quasi 950 milioni di euro di valore – il percorso di adozione dell’AI nelle aziende italiane è ancora nelle fasi iniziali. Secondo i dati della survey “AIMM: l’adozione dell’AI nelle aziende italiane”, condotta da NetConsulting cube su 82 grandi imprese, oltre metà delle aziende (56%) si trova in fase esplorativa, senza un piano strategico definito.
“Nel 2024 il mercato dell’AI in Italia ha registrato un incremento superiore al 45%, raggiungendo un valore di quasi 950 milioni di euro. Un aumento significativo, probabile anche nel 2025, con un valore che dovrebbe sfiorare i 1,3 miliardi di euro. Tuttavia la maggioranza delle aziende si trova ancora in una fase di valutazione delle applicazioni dell’AI, senza avere definito un piano strategico e di governance organica. Carenza di competenze e resistenza al cambiamento dei processi e del modo di operare emergono come principali criticità,” commenta Annamaria Di Ruscio, presidente e AD di NetConsulting cube.
Solo il 41% delle aziende ha stanziato un budget dedicato all’AI, mentre appena il 25,8% l’ha integrata nel proprio piano industriale come priorità. L’indagine, condotta con il supporto di Engineering, Fastweb, ServiceNow e TIM, evidenzia un’Italia aziendale affascinata dall’intelligenza artificiale, ma ancora poco pronta ad abbracciarla davvero.
Indice degli argomenti
Il settore bancario guida la rivoluzione
L’AI Maturity Index ideato da NetConsulting cube misura il livello di maturità delle aziende su cinque dimensioni chiave – strategia, tecnologie, use case, competenze, governance. I risultati? Il settore bancario svetta in cima alla classifica con un punteggio di 57,1 su 100, seguito da Energy & Utilities (52,2), Assicurazioni (47,4) e Telecomunicazioni & Media (40,9).
I comparti industriali, GDO&Retail e Servizi&Trasporti restano invece molto indietro, con livelli di maturità inferiori a 30 punti. Un segnale forte: i settori più regolamentati e data-driven sono anche quelli più pronti a investire davvero sull’AI.
Tra newbees e tactical adopters: chi sta davvero adottando l’AI
Nel panorama italiano dominano i cosiddetti newbees: aziende che hanno appena definito una strategia AI e prevedono i primi progetti per il 2025. Questo gruppo è particolarmente numeroso nel settore bancario (71,4%).
Più avanti, invece, i tactical adopters e gli AI pioneers: organizzazioni che hanno iniziato a implementare use case e a ottimizzare i processi tramite AI. I settori Energy & Utilities e Assicurazioni mostrano una maggiore concentrazione di queste aziende più mature.
Strategie AI: la grande assente
Avere una strategia AI chiara dovrebbe essere la base per ogni trasformazione, ma oggi solo un’azienda su quattro ha definito un piano industriale dedicato all’AI. I settori più avanzati in questo campo sono Telco&Media (44%) ed Energy&Utilities (46%), seguiti da Banche (43%) e Assicurazioni (25%).
Nella maggior parte dei casi, le imprese si limitano ancora alla fase esplorativa, senza un vero commitment di risorse e visione di lungo periodo.
Modelli organizzativi: work in progress
Il 47% delle aziende non ha ancora definito un modello organizzativo chiaro per la gestione dell’AI. Tra quelle che lo hanno fatto, prevale la creazione di team dedicati (49%), spesso sotto la guida del CIO o CTO.
Si affaccia anche il modello Hub&Spoke (24%), con competenze AI centralizzate e diffuse nei vari reparti. Tuttavia, in molti casi prevale ancora una sorta di “anarchia funzionale”, in cui l’AI viene gestita senza coordinamento centralizzato.
Nuove competenze: l’upskilling come risposta
La carenza di competenze resta una delle principali barriere all’adozione dell’AI. Per questo il 66,7% delle aziende punta sull’upskilling del personale interno, mentre il 50% prevede nuove assunzioni.
Le competenze più richieste? Architetture dati e analytics (79,5%), sviluppo software e tecnologie AI (67,1%), esperti di dominio (63%) e specialisti di algoritmi matematici (57,5%). Tuttavia, solo il 31,1% delle aziende ha già stanziato un budget annuale per la formazione AI.
Un benchmark per il futuro
Il Maturity Model di NetConsulting cube si propone come uno strumento essenziale per misurare il percorso di adozione dell’AI, aiutando le aziende a comprendere dove si trovano oggi — e soprattutto, dove possono arrivare.
“Questa survey delinea trend e ambiti di adozione dell’AI nel mondo d’impresa e una mappa dei principali casi d’uso, valutando anche il livello di maturità delle aziende nel percorso di adozione dell’intelligenza artificiale e nella sua effettiva integrazione nei processi. Il nostro Maturity Model si pone l’obiettivo di offrire alle aziende un benchmark di riferimento per poter comprendere come sfruttare al meglio l’Intelligenza artificiale”, afferma Rossella Macinante, business unit leader di NetConsulting cube.
Il futuro dell’AI nelle aziende italiane dipenderà dalla capacità di superare la fase di sperimentazione e abbracciare un approccio strategico, strutturato e visionario. Perché nella nuova AI economy non ci sarà spazio per chi resta fermo a guardare.