Strategie

Amazon lancia la sfida a Google Play sul mercato delle app

Il servizio Underground, appena lanciato dalla società, si propone di superare il modello freemium, non solo per il mondo del gaming

Pubblicato il 31 Ago 2015

Gianluigi Torchiani

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Un cambio di paradigma molto importante in ambito gaming ma non solo. È quanto sta provando a fare un pezzo da novanta del mondo dell’IT, Amazon, con il suo nuovo servizio Underground. Che cerca di stravolgere il funzionamento collaudato del crescente business dei giochi on line. Che si basa sul cosiddetto modello freemium: si scarica il software gratuitamente e poi, per progredire nel gioco si è quasi sempre “forzati” a effettuare degli acquisti. Un passaggio che, manco a dirlo, non piace ai giocatori. Ma che è sempre apparso l’unica modalità convincente per remunerare sviluppatori e produttori delle gaming app. Su questi delicato punto si innesca la scommessa del gruppo di Jeff Bezos: Underground è una vera e propria app (scaricabile però solo dal sito di Amazon) che offre un catalogo di soluzioni (videogame come Fruit Ninja, Star Wars Rebels: Recon Missions, Angry Birds Slingshot Stella, Jetpack Joyride e Goat Simulator, ma anche software come OfficeSuite Professional 8) i cui costi per acquisti in-app sono ridotti a zero per l’utente finale.

L’utente può continuare ad acquistare crediti, funzionalità e upgrade per le app in questione (fino a un valore di 10 mila dollari, sostiene Amazon) senza sborsare un euro. A farlo al suo posto sarà la stessa Amazon, in base ai minuti effettivamente spesi dall’utente sull’applicazione. Ma con quale obiettivo? Amazon, punta a recidere il remunerativo legame esistente tra Google Play e la comunità degli sviluppatori, a suo vantaggio, ovviamente. E per fare questo è anche disposta a sborsare qualcosa nell’immediato. Considerato, per l’appunto che, oltre al gaming, c’è in ballo la più larga partita delle App, che spessp anch’esse si basano sul modello freemium. Nella sola Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Mobile & App Economy del Politecnico di Milano, l’ecosistema di mercati legati a device, App e reti mobili rappresenta l’1,6% del PIL, ma nel 2016 arriverà a 40 miliardi (2,5% del PIL), trainato soprattutto dagli ambiti Commerce e Payment (7 e 6 miliardi). C’è da osservare che l’intero progetto Amazon, sebbene presentato come di lungo termine è, però, tutto sommato, ancora in una fase di test e c’è anche chi esprime perplessità sul funzionamento delle app Amazon nei device Android. Impossibile invece, replicare una simile operazione sugli iPhone, dati i più rigidi standard della casa di Cupertino. Ovviamente l’applicazione funziona sul Fire Phone di Amazon che, però, come noto, non ha sinora incontrato il successo commerciale atteso e vive anzi una fase di difficoltà e incertezza.

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