Cloud, Big Data, IoT, AI e 5G sono gli ingredienti per una digital transformation che si traduca in una tecnologia customer centrica. Ingredienti, o obiettivi, che si affidano a infrastrutture solide e a soluzioni innovative, una partita nella quale Huawei sta giocando un ruolo primario, ma nella quale intende coinvolgere l’ecosistema dei propri partner, con un modello aperto non solo alla vendita, ma che si estende anche alla collaborazione tecnologica per la realizzazione di soluzioni verticali. Queste le premesse con cui Ernest Zhang, presidente di Huawei Enterprise WE ha introdotto l’edizione 2018 del WEU Huawei Partner Summit che ha raccolto ad Amsterdam oltre 500 partner dell’area Western Europe, tra distributori e system integrator, tra i quali una cinquantina di nomi italiani.
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Partner ingaggiati per creare soluzioni per i mercati verticali e locali
«La strategia di Huawei si basa fondamentalmente sulle piattaforme e sull’ecosistema – spiega Zhang -: piattaforme aperte, flessibili e sicure e un ecosistema di partner con rapporti basati su reciproci benefit. Due componenti che sono essenziali per portare l’innovazione tecnologica alle aziende. Dal canto nostro, stiamo puntando i riflettori sulle industrie locali: Manufactoring, Energy, Finance, Government e Transportation e proprio su questi mercati stiamo attivando partnership con realtà locali per creare insieme delle soluzioni per andare sui verticali, dalle smart city, al medical, IoT, e così via. L’obiettivo è costruire insieme ai nostri partner un vero e proprio ecosistema digitale».
Partner con i quali il vendor cinese intende attivare relazioni trasparenti e semplificate, con servizi di supporto efficienti, migliorando nel contempo la brand recognition e diversificando le strategie di marketing di canale. Su questi concetti si basa anche il nuovo Partner Program 2018, orientato sulle capability dei diversi partner, valorizzando i benefici per coloro che investono in maniera importante con Huawei.
L’obiettivo dichiarato dal vendor è di diventare uno “One stop shop” per i propri partner, grazie al sempre più ampio portfolio di soluzioni a loro disposizione, dal datacenter all’edge computing. Per questo Huawei sta anche guadando con attenzione a nuove figure da fare entrare nel proprio ecosistema, nuovi partner, ISV o technology partner, che abbiano di nuovo anche il business model, in modo da coinvolgerli nella collaborazione, fruendo degli strumenti messi a disposizione, come l’OpenLab di Monaco – il più vicino all’Italia – e di tanti altri in Europa e nel mondo.
«Vogliamo rafforzare il nostro brand e collocarlo come miglior partner per l’abilitazione della digitalizzazione industriale – afferma Zheng – e in questo senso investiremo molto in comunicazione, marketing, eventi, webinar, oltre a una localizzazione dei training in lingua, abilitando inoltre i partner a cogliere opportunità anche dall’ambito dei servizi».
Lo storage Huawei è all-flash, all-cloud e all-AI
Sul fronte dei prodotti, l’evento olandese è stata l’occasione per presentare ai partner il rinnovo dell’offerta strorage con OceanStor V5, pensato per il target Enterprise, e che si propone per essere all-Flash, all-Cloud e all-AI. La nuova serie include upgrade in grado di migliorare le prestazioni rispetto alla precedente OceanStor Dorado V3, puntando appunto all’all-flash e votandosi a facilitare la migrazione delle applicazioni mission critical delle aziende verso il cloud, estendendo di fatto ai servizi abilitati dalla collaborazione con partner sul proprio Huawei public cloud (il public cloud di Huawei è stato annunciato nel corso dell’evento mondiale tenutosi in Cina).
Una rete predittiva e Intent Driven
Mentre per quanto riguarda la rete, la proposta del vendor cinese va ben oltre al software defined networking, puntando dritto verso l’IDN, ossia l’Intent Driven Networking , una rete autonoma, in grado di tradurre gli intenti di business intent nella tipologia di network più adatta, con possibilità di effettuare verifiche prima dell’esecuzione automatica e di prevedere i cali di rete prima che accadano. L’obiettivo è di puntare a una rete user centrica, predittiva e automatica in base all’Intelligenza Artificiale, insomma il contrario dalle reti tradizionali network centriche, reattive e fortemente dipendenti dagli skill.
Da qui il concetto di cloud campus promosso da Huawei, in grado di aprire nuove opportunità ai partner dal mercato dell’OT e dell’IT, potendo utilizzare le soluzioni convergenti Wi-Fi, con facilità di migrazione grazie all’apertura delle API aperte, e consentendo, infine, di attivare un nuovo business model basato sul BYOC, ossia sul concetto di Build Your Own Cloud.