Think Milano

I Business Partner IBM portano la “good-tech” a supporto delle persone

Trasformazione, semplificazione e collaborazione, le parole con cui il vendor si propone al proprio canale di Business Partner al quale indica di seguire le new tech senza dimenticarsi della centralità delle persone

Pubblicato il 06 Giu 2018

Loris Frezzato

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Taglio del nastro per Think Milano, la settimana dedicata all’innovazione organizzato da IBM nella cornice dell’Unicredit Pavillion di Milano. Un evento che dura dal 5 al 12 giugno dove gli appassionati al futuro troveranno soddisfazione, ma soprattutto dove le aziende che stanno intraprendendo un percorso di innovazione digitale troveranno le risposte che le tecnologie nuove possono dare alle loro esigenze. Espresse o ancora da essere stimolate che siano. Una settimana che non a caso inizia con la giornata dedicata ai Business Partner, quel canale che porta a contatto con le aziende le idee di trasformazione che le aiuteranno a essere più competitive per il prossimo futuro.
Una trasformazione che ormai ha le connotazioni sempre più marcate dell’Intelligenza Artificiale e dell’Internet of Things, l’analisi intelligente dei dati, quell’edge computing che convoglia enormi quantità di dati che nascondono veri e propri tesori: i dati, che possono trasformarsi in informazioni vitali per il business.

La necessità di valorizzare le diversità

Francesco Casa, director of business partner IBM Italia, ha accompagnato la platea di business Partner per tutto il pomeriggio, con un percorso fatto di riflessioni sull’innovazione, sulla trasformazione e sulla collaborazione. Con un accento particolare sull’importanza di non perdere l’attenzione sulle persone, virtualmente messe in pericolo da macchine sempre più intelligenti, le quali devono invece essere considerate partner a supporto, per migliorare il modo di lavorare e non in competizione. Temi etici e di rispetto delle persone ben esposte, con sfaccettature diverse, sia da Igor Suran, executive director di Parks Liberi e Uguali, che ha interpretato il termine di Trasformazione: «La quale coinvolge tutto, compresi gli aspetti di rispetto e inclusione che devono essere messi al centro della trasformazione stessa – dichiara -. Bisogna creare un ambiente di lavoro che permetta a tutti di dare il meglio, consentendo ai dipendenti di creare valore, che in definitiva è il successo riconosciuto dal mercato alle nostre aziende. Anche valorizzando le diversità, di chi produce fino a chi acquista i prodotti. Ma bisogna anche imparare ad ascoltare, a mettere le persone che ci parlano in condizioni di poterlo fare senza timore. E capire le diversità. Percepire dove sta il talento e valorizzarlo, per potere sfruttare la ricchezza della diversità».

Governare la trasformazione tecnologica

Importanza a valorizzare e investire nelle persone ripresa anche da Francesco Casa, che ricorda come, in base a una ricerca degli Osservatori del Politecnico di Milano, 6 aziende su 10 siano propense a investire ambito digitale, ma di queste solamente 1 su 3 è disposta a investire in risorse umane.Stessa riflessione portata sul palco ed enfatizzata da Brunello Cucinelli, fondatore dell’omonima azienda e fautore del pensiero che fonde Tecnologia e Umanesimo, convinto che vada riportata con forza la persona al centro di tutto: «Bisogna conciliare profitti e soddisfazione dei dipendenti – osserva -. La tecnologia, Internet, sono tutte cose utilissime e che danno enormi opportunità, ma che dobbiamo imparare a governare: usare le tecnologie senza rovinare e dimenticarsi degli aspetti fondamentali dell’uomo». «Su questo aspetto IBM da tempo professa il concetto di customer first, mettendo l’uomo al centro – fa eco Enrico Cereda, presidente e AD di IBM Italia -. Per questo, anche dal punto di vista lessicale, stiamo attenti a parlare di Intelligenza Aumentata, e non Intelligenza Artificiale, a sottolineare il fatto la tecnologia ha il compito di supportare l’uomo, e non di sostituirlo. È innegabile la potenzialità che oggi ha la tecnologia, e va sfruttata a vantaggio delle persone. La tecnologia fino a qualche tempo fa era considerata un costo, mentre oggi entra nel business plan dei clienti, e viene considerata un valore aggiuntivo al loro business. Tutto sta a come la si utilizza. E qui sta il confine tra “bad tech” e “good tech”. Noi abbiamo deciso di stare dalla parte delle “good tech”».

I vantaggi per il canale

Le nuove tecnologie, quindi, non devono spaventare. Neanche il canale, il quale può solo trarne vantaggi competitivi se in grado di sviluppare nuove competenze e a gestirle in armonia con i modelli tradizionali. Elementi di integrazione che possono fare la differenza e portare le aziende fuori dall’Oceano Rosso della competitività agguerrita, verso il tanto agognato Oceano Blu, dove ognuno può valorizzare le proprie specificità e competenze. Due esempi portati sul palco da Enza Fumarola, CEO di Altea Digital, che ha testimoniato di come il proprio team interno di giovani abbia collaborato con IBM proprio per acquisire competenze sull’Intelligenza Artificiale e da Alfio Puglisi, managing director di GFT Italy, che ha ribadito l’uso della formula “80/20”, ossia di un business basato per l’80% su tecnologie e modelli tradizionali, ma un 20% da investire con coraggio sulle tecnologie di domani. Un rischio forse, ma un modo per non farsi cogliere impreparati all’arrivo dell’onda di trasformazione.

Le nuove competenze digitali

«Il tema delle competenze digitali è una spina del fianco del nostro Paese – ricorda Francesco Casa -, e IBM si sta spendendo affinchè il proprio canale di Business Partner sia abilitato a portare cultura digitale sul territorio. Diverse le iniziative messe a disposizione dei partner, anche perché le opportunità derivanti dal cambiamento sono enormi. Si calcola che il 70% delle aziende in Europa è pronta a utilizzare i social media, e il 50% il mobile, mentre il 18% presto sfrutterà la robotica. Opportunità per i nostri partner con i quali vogliamo semplificare il sistema di business e di rapporti con noi, il che ci consentirà di agire più velocemente ed efficacemente, Per questo motivo abbiamo ridotto drasticamente, da 100 a 5, i programmi di incentivazione, rendendoli meno articolati. Abbiamo fatto maggiore chiarezza sui ruoli, definendo i mercati che conviene approcciare insieme e quelli che è meglio che i business partner affrontino da soli. Strategie supportate ovviamente da programmi di marketing per ottenere informazioni in tempi brevi. Tra tutti, il Programma Clearway, per la creazione di progetti; l’accesso diretto ai contenuti e all’ecosistema del Partnerworld; la app “Ibm ecosystem italia” ideata dalle persone di vendita IBM per mettere in contatto il canale e dare informazioni su eventi, offerte, i contenuti linkedin, del Think Magazine, ecc. Basta essere iscritti a Partnerworld e si ha accesso libero».

Il contributo di Watson

Programmi che ovviamente IBM accompagna con le opportunità sollevate dai vari ambiti tecnologici di interesse a disposizione dei partner, da IBM Cloud, attivata sulle nuove tecnologie dove AI, blockchain e IoT sono i protagonisti principali e dove i dati rappresentano la materia grezza da cui estrarre le preziose informazioni utili al business. Su questo, Watson può dare il proprio contributo, soprattutto a quell’esercito di partner che intendono sviluppare verticalizzazioni spinte sfruttando le API messe a disposizione da IBM. E, ovviamente, nell’ottica di lavorare in sicurezza. Un mercato, quello della Security, che in Italia vale 643 milioni di dollari, 137 di questi afferiscono all’area commercial, ossia la fascia di mercato interamente in mano ai Business Partner.

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