In un momento in cui il dato e la sua relativa gestione sono diventati un imperativo per le aziende di qualunque dimensione e settore, Commvault ha deciso di affinare ulteriormente la propria proposta commerciale e la sua organizzazione, così da proporsi come attore a tutto campo nel mondo del Data Management. La conferma è arrivata nel corso dell’edizione 2018 di Commvault Go che si è tenuta nelle scorse settimane negli Usa (qui tutto sull’edizione 2017), che è stata un’occasione per una serie di importanti annunci, in particolare su tre diversi punti: il primo, annunciato a luglio e entrato in funzione a ottobre, riguarda il ridisegno dell’intera offerta, per arrivare anche a una semplificazione dei rapporti con il canale.
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Commvault: una semplificazione dell’offerta
Come ci racconta Edwin Passarella, Technical Services Manager di Commvault Italia, «l’intera offerta di Commvault è stata raggruppata in 4 pacchetti: complete backup & recovery, hyperscale, orchestrate e activate (data governance). Prima esistevano circa 20 diverse soluzioni, ora sono state unificate con questa pacchettizzazione. Sempre per migliorare il rapporto con i partner è stato avviato un nuovo Partner Success Desk, disponibile in lingua italiana, che offre supporto non soltanto di tipo tecnico ma anche commerciale e di prevendita».
Commvault: l’ampliamento delle partnership
Vittorio Bitteleri, Country manager Italia di Commvault
La seconda novità è relativa all’ampiamento delle partnership tecnologiche: dopo quelle già preesistenti con nomi del calibro di Cisco, Fujitsu e Hitachi, a Commvault Go 2018 si sono aggiunti altri pezzi da novanta come HPE e NetApp. Sostanzialmente tutte le componenti dell’offerta Commvault sono entrate a far parte del listino di questi vendor, dunque potranno essere utilizzate da tutti i partner HPE e NetApp per risolvere le necessità di data management dei clienti finali. Spiega il Country Manager Vittorio Bitteleri: «L’accordo con HPE permette di offrire una soluzione a 360 gradi testata da ambo le parti; in questo caso il target è il mondo delle medie e grandi imprese. Con NetApp avevamo da tempo in essere un accordo più limitato, da tempo c’era l’esigenza da parte loro di rivendere l’intera nostra soluzione. In entrambi i casi è evidente che oggi il mercato richiede sempre più soluzioni caratterizzate dalla massima apertura, che consentano di governare i dati ovunque essi siano, in piena ottica multicloud. Anzi: il particolare vantaggio della tecnologia Commvault è quello non sono di consentire la migrazione verso il cloud, ma anche di rendere possibile alle aziende una exit strategy, cioè anche di tornare indietro verso una soluzione on premise o verso un cloud uno più vantaggioso economicamente».
Commvault: nuove appliance e ruolo del GDPR
Il terzo annuncio arrivato da Nashville riguarda l’estensione dei modelli di appliance che erano state annunciate un anno fa, visto il successo incontrato dalla formula. Il catalogo di appliance è stato arricchito sia di formati più piccoli che più grandi, una scelta che consente a Commvault di indirizzare mercati diversi, in Italia in particolare quello della piccola e media impresa.
Vincenzo Costantino, EMEA South Technical Services Director di CommVault
Gli annunci arrivano in un momento in cui l’oggetto dell’attività di Commvault, il dato, è sulla bocca di tutti, anche per effetto dell’entrata in vigore di normative come il GDPR: «Il GDPR ha messo in evidenza la necessità di una focalizzazione sui dati. Dieci anni fa il nostro focus e dei nostri clienti era il backup puro e semplice, quello che viene richiesto oggi è qualcosa di completamente diverso, che va ben al di là del semplice backup che tutti possiedono. Il backup è un po’ come la televisione che oggi tutti hanno e difficilmente sostituirebbero per un modello uguale. Il Data management può essere visto come una Smart tv che ancora non tutti possiedono e che permette di abilitare nuove funzionalità», mette in luce Bitteleri. Aggiunge Vincenzo Costantino, Emea South technical services director di Commvault: «Il GDPR sembra quasi ricalcato sulle funzionalità di Commvault, sulla nostra capacità di gestire le informazioni. Questa normativa ha aiutato le aziende a mettere il dato al centro della propria strategia IT. Con l’avvento del GDPR avere a disposizione una soluzione che sia in grado di fare ordine sui dati, archiviarli e cancellarli fa la differenza e noi riusciamo a intervenire proprio su questi aspetti ».
Commvault: la svolta del canale
Il canale sembra aver recepito questa impostazione votata alla gestione del dato e non solo come backup: «Abbiamo con noi non solo più semplici reseller, ma anche grandi system integrator che vogliono dare valori ai propri clienti, così come realtà legate alla compliance e agli audit. Senza contare che gran parte dei service provider nazionali usano Commvault come backup as a service», evidenzia Bitteleri. Per il futuro Commvault ha ben chiara la sua direzione e la sua roadmap: le tecnologie a cui guardare con attenzione si chiamano AI e machine learning, attraverso soluzioni che siano sempre più in grado di capire la dinamica del cliente e la sua modalità di accesso ai dati.