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La Voice Collaboration di ATS è Enterprise (ma semplice)

Il system integrator modenese ha raccolto le migliori soluzioni di UC&C basate su Skype for Business di Microsoft per mostrarle, all’interno del Truck di V-Valley, a un gruppo selezionato di clienti. HPE, Polycom, Plantronics e Barco insieme per un’offerta integrata

Pubblicato il 14 Dic 2015

Gianluigi Torchiani

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Better Together. Certo, è proprio meglio insieme, come consiglia V-Valley, che con questo format di incontri propone a clienti e partner le opportunità derivanti dai progetti di UC&C costruiti grazie alla sapiente unione di diversi ingredienti, messi a disposizione da alcuni dei vendor che fanno parte della propria offerta a valore: Microsoft, HPE, Plantronics e Polycom. Una delle ultime occasioni si è concretizzata grazie alla collaborazione con ATS, system integrator di Modena, il quale ha organizzato di recente a Roma un incontro dal titolo “Enterprise Voice Collaboration”, indirizzato a un selezionato gruppo di clienti, tra grandi aziende, carrier e PA, sfruttando i servizi offerti dal V-Truck di V-Valley, per l’occasione allestito con le soluzioni più all’avanguardia per dare una demo live dei benefici derivanti dall’uso di diversi prodotti integrati sulla piattaforma Skype for Business di Microsoft.

«La convergenza tra le tecnologie sta portando velocemente a soluzioni ottimali di comunicazione e collaborazione – ha esordito Gianpiero Porchia, Business developer Collaboration&Media di ATS -, e anche ATS, seguendo tale trend, si sta trasformando via via da fornitore tipicamente on premise, verso soluzioni integrate, ibride, e in cloud, facendo attenzione ad appoggiarsi alle infrastrutture esistenti dei clienti a salvaguardia dei loro investimenti pregressi. Un approccio che enfatizza il nostro ruolo consulenziale nel confronti dei clienti, con la volontà di proporci con soluzioni semplici e di alta qualità per agevolare la collaboration nelle aziende. Una qualità che deriva dall’integrazione di alcuni elementi che abbiamo ritenuto principali per promuovere l’innovazione, dalla piattaforma di UC&C Skype for Business di Microsoft, le infrastrutture di rete di HPE, i sistemi di videoconferenza di Polycom, gli auricolari di Plantronics e le soluzioni di condivisione di Barco». Un insieme di “ingredienti”, come dicevamo, che ben si integrano nella nuova piattaforma Skype for Business proposta da Microsoft, fresca di lancio nella sua versione enterprise rispetto a quella storica per il consumer, ma sulla quale molti partner tecnologici stanno declinando la propria offerta.

«Gli strumenti consumer per la comunicazione, che quotidianamente utilizziamo, stanno sempre più influenzando anche la maniera di interagire nel mondo lavorativo – spiega Laura Focchi, UC Product Marketing Manager Skype for Business di Microsoft Italia -. Il BYOD fa ormai parte della dotazione individuale e aziendale, e va da sé che l’utilizzo in azienda di strumenti nati per il consumer ne facilita e velocizza l’adozione, riducendo formazione e cambi di cultura». Effetti convalidati anche da una survey effettuata da Microsoft su 400 PMI italiane, da cui si evince che lo smart working ha impatti crescenti sulla parte organizzativa, economica, normativa e culturale delle imprese e dei lavoratori. Cambiando anche le dinamiche di approccio del canale ICT verso i clienti, dove gli IT manager stanno via via lasciando il posto alle HR, il marketing, fino alle facilities, che devono pensare la struttura dell’arredo d’ufficio anche in base alle tecnologie che saranno maggiormente utilizzate. Strumenti business con una usabilità consumer In questo scenario ben si cala la piattaforma di UC&C di Microsoft, Lync, ora integrata e potenziata con Skype for Business, con uno storico consumer, appunto, mutuato sulle esigenze aziendali, mantenendo un accesso user friendly, pur potenziandone le funzionalità.

«Si tratta di un tool di comunicazione aziendale, ma con l’interfaccia semplice e collaudata di Skype – conferma Focchi -, garantendo sicurezza e affidabilità senza necessità di fare formazione sul personale. Skype for Business si integra in Office, e consente l’accesso da qualsiasi device, rendendolo uno strumento il cui utilizzo è in forte e costante crescita, al punto di avere già superato l’uso delle email in azienda, consentendo risparmi importanti: dal 5 al 30% nelle spese di viaggio e del 50-70% in quelle telefoniche, tanto per fare due esempi».

Ma con Collaboration non si identifica solo la possibilità di comunicare e interagire tra più soggetti. Lo stesso termine ben si adatta alle componenti singole di un progetto di UC&C, che “collaborano”, appunto, nella buona riuscita della soluzione. Non si può comunicare, quindi, senza una infrastruttura di rete adeguata. E qui il contributo di HP si mostra indispensabile: «Stiamo lanciando una nuova strategia sulla parte di Campus – dichiara Alessandro Ercoli, networking anbassador solution architect di Hewlett Packard Enterprise Italia -, la quale consentirà nuove modalità di utilizzo delle tecnologie che quotidianamente influenzano il nostro modo di lavorare. Oggi, potrebbe bastare addirittura lo smartphone per lavorare da remoto, sempre più spesso, infatti, lo smartphone assolve compiti prima esclusivi del notebook. E per fare ciò è necessario avere una infrastruttura di rete adeguata e rispondente alle esigenze».

Ma dove vai se la rete non ce l’hai?

Con tali premesse, HPE si presenta al mercato come secondo vendor di rete al mondo, una posizione i cui effetti si sono rafforzati con la recente acquisizione di Aruba Networks, integrando nel portafoglio prodotti le tecnologie abilitanti soluzioni di UC&C quali Skype for Business. «Il nostro portfolio di Campus Networks, si compone di due linee di prodotto, quella FlexNetwork per architetture di tipo tradizionali, e quella derivante dall’unione di HPE Networking e Aruba Networks, in una logica di mobile first enterprise – spiega Alessandro Ercoli –HPE Networking Solution Architect – al fine di facilitare la trasformazione al digital workplace. Tale soluzione comprende hardware infrastructure, soluzioni di SDN nonché strumenti di Management&Mobile Engagement, quest’ultimi sia on premises sia in cloud».

Video e voce per risultati “live”

Chi ha sfruttato appieno le potenzialità della piattaforma di Microsoft è Polycom, «storici partner tecnologici, la cui lunga collaborazione ha permesso di mettere a punto soluzioni di video e audio conferencing con una roadmap comune», come dichiara il country manager italiano Claudio Mignone «Un argomento, quello della UC&C, che affrontiamo con soluzioni che permettono di salvaguardare il preinstallato dei clienti – fa eco Fabio Sambrotta, responsabile prevendita di Polycom Italia -, di qualsiasi brand sia. Con soluzioni voce che vanno dalla audioconferenza all’audio di sala professionale, fino ai telefoni per Lync, sia OpenSip, sia CX, appositamente creati per Microsoft».

Sul fronte dei Conference Phone, il vendor mette sul piatto una gamma di prodotti che va da Polycom® Soundstation®IP5000, al Polycom® Soundstation® Duo, al Polycom®CX3000 fino al Polycom® RealPresence Trio™ con funzionalità comuni, ma per utilizzi crescenti in base alle dimensioni di utenza. Sul fronte video, invece, Polycom presenta soluzioni nativamente integrabili in Skype for Business: dalle Polycom® CX5100 e CX5500, ai sistemi di videoconferenza classici, fino agli immersive studio, ossia grandi sale di telepresence completamente arredate e finite.

A mani libere, senza limiti di spazio

Un altro “ingrediente” fondamentale, troppo spesso sottovalutato dall’utenza media, soprattutto italiana, è poi rappresentato dai device audio professionali. Le cuffie e gli auricolari, insomma, che se ben collocati in un progetto di UC&C aziendale consentono di garantire una comunicazione professionale in ogni luogo, sempre più richiesto dalle aziende e dai lavoratori, sia stanziali, sia mobili e remoti.«La nuova sfida degli IT manager oggi è di assicurare l’efficienza del personale aziendale sia dentro sia fuori dagli uffici – dettaglia Myriam Gottschalk, channel executive di Plantronics -, dal momento che ormai il lavoro è ubiquo. La maggior parte di noi è ormai attivo oltre le 16 ore giornaliere, nel bene o nel male, cancellando, di fatto, la demarcazione tra vita privata e lavorativa. Skype for Business consente in effetti di essere presenti costantemente, anche se fisicamente lontani. E nonostante i tanti sistemi per comunicare, la voce rimane sempre quello risolutivo, al netto di interpretazioni. La voce è il cuore della Collaboration, per questo Plantronics si è specializzata nella realizzazione di cuffie e auricolari per la trasmissione della voce in maniera smart e professionale. Nel senso che tali dispositivi riescono a riconoscere il device di utilizzo, che sia desktop o portatile, e garantire un’esperienza d’uso senza alcuna interruzione, adattandosi perfettamente ai modi d’uso scelti dall’utente».

Condivisione, annullando le barriere

Sempre riferiti all’ambito conferencing, è poi la soluzione proposta da Barco, la quale va incontro alle esigenze di connessione e collegamento dei dispositivi, anche diversi tra di loro, nell’ambito di una conferenza/riunione. «ClickShare è una soluzione che consente di connettere i dispositivi, notebook o smartphone che siano, dei partecipanti a una riunione, in maniera semplice e veloce – spiega Alice Biffi di Comm-Tec, distributore e rappresentante di Barco per l’Italia -. Da un sondaggio, infatti, è stato rilevato che l’81% delle persone che partecipa a un meeting utilizza device propri, i quali hanno necessità di essere collegati alla rete e di potere comunicare tra di loro. Da tale ricerca, risulta inoltre che il 25% delle riunioni è improduttiva per la mancanza di partecipazione congiunta, per il 23% per l’esigenza di un aiuto da parte dell’esperto IT aziendale, mentre un buon 63% ambirebbe a poter condividere le proprie informazioni al resto dei partecipanti. Un bel problema, dal momento che si prevede che entro quest’anno gli standard di fatto utilizzati nei meeting non saranno solo i notebook, ma a questi si stanno rapidamente aggiungendo i tablet e gli smartphone».

Uno scenario a cui Barco cerca di dare una risposta proprio con ClickShare, che consente la condivisione delle presentazioni che risiedono nei diversi dispositivi presenti in sala. La soluzione di Barco è semplice da utilizzare, e si attiva attraverso un pulsante USB che attiva la connessione del dispositivo a una rete wireless che si viene a creare all’interno dell’aula meeting, senza andare a pesare sulla rete e sui server aziendali, ovviando a tutta una serie di problematiche di sicurezza. ClickShare è disponibile in due modelli: ClickShare Mini, che consente fino a 8 collegamenti, e ClickShare Classic, il quale supporta 2 schermi, fino a 4 finestre, per un totale di 64 partecipanti contemporanei.

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