Come costruire un canale partendo da zero o quasi. Può essere sintetizzata così la storia di Clouditalia, un’azienda molto giovane, nata soltanto nel giugno 2012 con l’acquisizione degli asset tecnologici di Eutelia. Dopo un biennio Clouditalia è diventata uno dei principali attori nella fornitura di servizi Cloud e TLC integrati di nuova generazione, rivolgendosi principalmente alle medie imprese. Grazie a 14mila km di rete proprietaria in fibra e a 2 Data Center di ultima generazione, Clouditalia può offrire ad aziende, pubbliche amministrazioni e professionisti soluzioni su misura per esigenze di Telefonia, connettività e Cloud Computing. Nelle scorse settimane è stato completato il potenziamento della dorsale proprietaria, che raggiungenge una velocità di trasmissione di 100G, ed è stata migliorata la connettività dei principali snodi come Roma, Milano, Bologna e Pisa. La strategia di go to market di Clouditalia si basa sull’analisi della peculiarità del tessuto economico italiano, costellato da circa 800mila aziende di piccole e a volte piccolissime dimensioni, ciascuna con la propria storia e le proprie peculiarità, che spesso non sono in grado di accedere a questi servizi autonomamente. Dunque è necessario intercettare queste aziende con il canale e, in questo senso, Clouditalia è impegnata a costruire una piattaforma dotata di servizi che rendano autonomi i partner e che diano loro la possibilità di diventare “cloud provider datacenter free».
Come racconta Francesco Baroncelli, direttore Mercato e Operations di Clouditalia: «Quando abbiamo acquisito gli asset di Eutelia, abbiamo ereditato il canale già esistente, forte di oltre 100 partner. Quello che oggi stiamo facendo è usare questo canale per veicolare item diversi da quelli delle telecomunicazioni a cui questi partner erano abituati. Dunque, oggi questi operatori forniscono anche virtual data center e cloud. Ma al di là di questo discorso di integrazione del canale esistente, stiamo facendo un lavoro enorme sullo sviluppo di un canale del tutto nuovo, concentrandoci in particolare sui system integrator. Si tratta di aziende che fino a qualche anno fa vivevano di progetti hardware e software e che oggi devono fare i conti con clienti che investono sempre meno in infrastrutture on premises e stanno modificando la propria spending verso l’on demand». Dunque questi partner devono trasformare il proprio modello di business, se vogliono tornare alla redditività che avevano un tempo. E per il momento il mondo dei system integrator sembra rispondere positivamente alle sollecitazioni di Clouditalia: «La risposta è molto buona, perché dei nostri primi dieci partner ben quattro vengono da questo mondo e sono arrivati tutti nell’arco degli ultimi dodici mesi fa». Clouditalia punta a proseguire su questa strada anche nel 2015, così da allargare la propria base partner e la penetrazione sul mercato nazionale.