Il canale ICT , da qualche anno a questa parte, è sottoposto a un’importante trasformazione tecnologica: i rivenditori non devono più occuparsi soltanto della classica rivendita di prodotti hardware e software. Ma sono sempre più coinvolti in progetti complessi, in cui occorre integrare le nuove tecnologie emergenti sul mercato ICT , riuscendo al contempo ad offrire servizi di consulenza e di assistenza. Una di queste tecnologie è sicuramente quella dei Big Data, che comporta la necessità di gestire grandi quantità di dati, strutturati e non, generati da un numero crescente di fonti: dalle tradizionali componenti IT, file, database, video, immagini, alle interazioni sui social, fino a tutto quanto arriva dalla sensoristica, dai dispositivi connessi e da tutto quanto generalmente identifichiamo con Internet of Things. Quest’ultimo fenomeno, in particolare, è quello che sta facendo saltare il banco dei dati, in particolare nel mondo industriale, dove i sensori IoT possono giocare un ruolo chiave nel miglioramento delle strategie di business delle aziende. In questa situazione diventa strategico, se non addirittura vitale, ridurre quanto possibile la latenza, vale a dire l’intervallo di tempo che passa dall’invio del dato alla sua analisi e dall’analisi all’azione successiva, là dove richiesta. Pensiamo al malfunzionamento di una macchina in un impianto di produzione: prima arriva il segnale di fermo, meno rischi di danni alle materie prime, agli altri macchinari quando non addirittura alle persone, si corrono.
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Il ruolo dell’Edge Computing nella data driven economy
Ecco che in questi casi entra in gioco l’Edge Computing, una risorsa elaborativa posta alla periferia della tradizionale infrastruttura IT, complementare e decentralizzata rispetto a quella del data center tradizionale. L’Edge Computing rappresenta una soluzione in tutti quei casi in cui non si possono avere latenze, in cui servono risposte veloci sui dati caldi. L’elaborazione avviene direttamente sul dispositivo o su un computer locale, con tempi di risposta in near real time quando non addirittura in real time. Tutto questo ha evidentemente un impatto positivo non solo in termini di latenza, ma anche di ottimizzazione dell’infrastruttura, di risparmio energetico, di richieste di banda e finanche di sicurezza, dal momento che i dati non vengono trasferiti in cloud. Ma i vantaggi dell’Edge Computing non possono essere ridotti al solo, se pur rilevante, tema della latenza. L’elaborazione in modalità locale dei dati, consente una generale ottimizzazione dell’infrastruttura, riducendo le necessità di ampiezza di banda correlata alla trasmissione dei dati e una più efficace gestione delle risorse remote. Inoltre, e non è questo un aspetto da trascurare, dal momento che i dati vengono elaborati senza essere trasferiti altrove, permette di aggiungere un ulteriore livello di sicurezza importante quando di tratta di gestire dati sensibili. Tutta musica per le orecchie per i system integrator, che proprio puntando su queste peculiari caratteristiche dell’edge computing possono cavalcare i nuovi trend di mercato e fornire quei servizi a valore che i clienti richiedono.
Un nuovo progetto dedicato: il sito IoTEdge
Proprio riconoscendo l’importanza dell’IoT Edge in un numero crescente di progetti di innovazione digitale, abbiamo deciso di dedicare a questa tematica un centro risorse, un sito Internet nel quale trovare una serie di informazioni utili alla sua comprensione. Il sito, IoT Edge, è sviluppato in collaborazione con Schneider Electric e propone una serie di approfondimenti di scenario, di mercato e tecnologici. Dai Big Data allo smart building, passando per il retail, su IoTEdge, l’obiettivo è fare il punto sui mercati maggiormente influenzati da questo approccio tecnologico. Nel contempo, cerchiamo di analizzare anche a livello infrastrutturale come l’adozione di Edge Computing e di micro data center aiuti a ottimizzare i carichi sulle infrastrutture tradizionali, migliorandone l’efficienza e riducendo consumi, sprechi e latenze.