Nell’era dell’avanzata del cloud pubblico e della grande avanzata dei grandi nomi d’Oltreoceano, c’è un nome storico della filiera IT italiana che non solo ha deciso di resistere, ma anche di alzare la posta. Si tratta di Elmec, azienda lombarda fondata nel 1971, oggi attiva soprattutto come Managed service provider di servizi e soluzioni IT (server, storage, networking e in alcuni casi anche gli applicativi) per le aziende del Nord Italia, che può contare su circa 600 dipendenti, di cui il 65% tecnici specializzati. Che ha infatti annunciato la realizzazione di un nuovo Data Center da 2,4 MW di potenza, ribattezzato BR4. Una struttura costruita bonificando un’intera ex area industriale di circa 13.000 mq a Brunello (VA), a pochissima distanza dalle sedi del Gruppo, pensata per aumentare la qualità e la quantità dei servizi offerti in otsourcing alle imprese. Il progetto, sviluppato totalmente in casa dalla stessa Elmec, ha ottenuto la certificazione Tier IV per il design assegnata dall’Uptime Institute, che garantisce i massimi standard di sicurezza. Altra caratteristica è l’efficienza energetica: l’indice PUE, che sostanzialmente indica quanta energia viene assorbita dai server, ha un valore molto vicino a quello ideale (1), con una media di 1,15. Il merito è anche di un sistema di raffreddamento all’avanguardia, che permette di immettere nelle sale aria fresca dall’esterno quando la temperatura esterna lo consente. Questo consente di ridurre nettamente l’utilizzo dei condizionatori, che dovrebbero funzionare soltanto per 100 ore l’anno, riducendo così i consumi energetici. Il data center di Brunello si affianca a gli altri già in dotazione del gruppo, di cui uno sempre a Brunello e un altro a Chiasso.
Come racconta Alessandro Bellerio, amministratore delegato e direttore tecnico di Elmec, la realizzazione di questa struttura ha l’obiettivo di cavalcare il passaggio al cloud (ibrido) dei potenziali clienti di Elmec, ossia medie aziende italiane (dalle 50 alle 2000 postazioni) di tutti i settori produttivi, che sempre più tendono a delegare la gestione e lo sviluppo delle proprie infrastrutture IT. Per ragioni di costi, di opportunità e anche per la necessità di avere i propri dati al sicuro e controllabili 24 ore su 24, vista anche la crescente presenza internazionale delle nostre imprese (uno dei circa 1500 clienti di Elmec è la celebre casa di moda Valentino).
«Ci siamo chiesti se, in un momento in cui l’offerta di data center sta fiorendo, potesse avere senso, da parte nostra, effettuare un investimento di questo tipo. Abbiamo deciso di buttarci, puntando sui nostri punti di forza. Il fatto di poter assicurare il controllo dell’edificio che ospita i dati nostri clienti è importante, così come la presenza di tecnici qualificati in grado di gestirli al 100%. Con noi i clienti sanno di avere un unico centro di responsabilità, mentre in altri casi devono fare i conti con una gestione disorganica ed eterogenea. I nostri utenti, che sino a ieri erano abituati ad avere in casa i server, vogliono comunque mantenere un controllo, considerando che spesso mantengono on premise alcune applicazioni. Vogliono avere come interlocutore, insomma, qualcuno di cui potersi fidare. Il nostro obiettivo, dunque, non è quello di essere il più grande o il più economico tra i service provider, ma vogliamo essere il più affidabile. Non vogliamo insomma fare la guerra ad Amazon, ma pensiamo che sul mercato ci sia molta domanda di un servizio come il nostro», puntualizza Bellerio.
L’aspetto che maggiormente caratterizza e differenzia Elmec dall’offerta dei provider a stelle strisce è la personalizzazione: «La digitalizzazione sta cambiando il modo in cui le aziende fanno il loro business, creando una forte discontinuità rispetto al passato. Noi ci proponiamo di risolvere le complessità che stanno dietro questo processo. Spesso la tipologia di aziende che andiamo a servire possiede dei processi personalizzati, che mal si sposano con la standardizzazione imposta da servizi come quelli offerti da Amazon e altri operatori. Personalizzare è dunque uno dei nostri principali cavalli di battaglia, prima della migrazione incontriamo il cliente e cerchiamo di capire quello che è opportuno fare. L’aspetto importante non è tanto spostare fisicamente le infrastrutture aziendali, quanto piuttosto che il fruitore del servizio non si accorga della differenza», evidenzia Marco Lucchina, business unit director di Elmec. Una strategia che per ora sembra pagare: il fatturato consolidato del 2015 di Elmec si è aggirato intorno ai 160 milioni di euro, grazie a una crescita organica nel corso del tempo.