Negli ultimi sette giorni su queste pagine abbiamo dato notizia di quattro acquisizioni, ciascuna, nella propria specificità, destinata a ridefinire il panorama italiano delle Tech Company.
Tuttavia, va detto, le quattro acquisizioni di questi ultimi sette giorni (Digital Value e Tecnosistemi / Lutech e Infoedge / Allnet.Italia e Symbolic / Project Informatica e Sinthera) non sono che la più recente conferma di una tendenza in atto ormai da tempo e che sta caratterizzando in modo molto marcato questi ultimi mesi.
Per questo motivo, abbiamo chiesto ad Andrea Rangone, Presidente di Digital360 e ad Andrea Gaschi, Associate Partner di P4I – Partners4Innovation, di aiutarci a dare una lettura del fenomeno.
Indice degli argomenti
Andrea Rangone: il consolidamento è un fenomeno naturale
“Per le Tech Company del mondo ICT italiano – spiega Andrea Rangone – sta accadendo ciò che in altri settori è già accaduto negli ultimi cinquant’anni: si passa dalla frammentazione al consolidamento. Basti pensare a ciò che è accaduto, ad esempio, nel mondo farmaceutico. Nel comparto ICT italiano, che era rimasto molto frammentato e dunque era caratterizzato dalla presenza di molti piccoli player, si sta dunque registrando un fenomeno che da sempre caratterizza la storia dell’economia”.
Gradualmente, dunque, da un insieme polverizzato di piccole realtà si stanno creando gruppi più grandi attraverso operazioni di merge & acquisition.
Un fenomeno naturale, lo definisce Andrea Rangone, “che accade in tutti i mercati, perché evidentemente in futuro la competizione sarà sempre più concentrata fra un numero di grandi player”.
Non solo.
Si tratta di un fenomeno che negli altri Paesi ha già interessato i player del settore ICT. “In UK, Francia, Germania le aggregazioni sono già avvenute. Oggi toccano all’Italia, che si muove nella stessa direzione, superando l’eccessiva frammentazione che la ha sempre caratterizzata”.
L’elettroshock della pandemia e le opportunità del PNRR
Tutto questo, va detto, accade in un contesto sicuramente inedito per l’Italia. “La pandemia, che io definisco un vero e proprio elettroshock culturale per il nostro Paese, ha fatto comprendere a tutte le imprese l’importanza del digitale. In questo scenario si inserisce oggi il PNRR: non c’è dubbio che siamo in un momento particolarmente favorevole, nel quale abbiamo capito anche noi l’importanza della trasformazione digitale. Grazie al PNRR sarà possibile accedere a una serie di agevolazioni e concrete risorse finanziarie. Tante imprese e tante pubbliche amministrazioni accelereranno il processo di trasformazione digitale: crescerà la domanda e anche il sistema dell’offerta ne beneficerà. Ci sarà molto da lavorare per questi player e il mercato avrà una accelerazione importante”.
Non è affatto strano che in un mercato caratterizzato da queste dinamiche, è la conclusione di Rangone, i player cerchino di creare posizioni di leadership, per conquistarne una quota importante. “A maggior ragione prendono vita fenomeno aggregativi per riuscire a essere parte della trasformazione in atto e partecipare, ad esempio, alle gare della Pubblica Amministrazione o seguire progetti importanti per le imprese”.
Un denominatore comune: le competenze
Da parte sua, Andrea Gaschi evidenzia come nelle operazioni di quest’ultima settimana, ma più in generale molte delle operazioni registrate in questi ultimi mesi “abbiano come comun denominatore la ricerca delle competenze. Anzi. Sono quasi un manuale delle competenze più ricercate oggi. Il driver principale, che emerge con grandissima evidenza, è che esiste un fabbisogno fortissimo di alcune competenze specifiche sia nelle realtà più grandi sia nelle più piccole”.
Andrea Gaschi cita i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation: l’80% delle imprese aveva espresso l’intenzione di effettuare assunzioni nel corso di questo 2021; nel 90% dei casi queste assunzioni sono avvenute con l’obiettivo di internalizzare competenze tecniche legate ai nuovi trend digitali.
“Cloud, security, intelligenza artificiale: oggi tutti cercano in questi ambiti. Per una Tech Company, non avere un presidio oggi su certi temi significa perdere credibilità. Ragion per cui tutti stanno cercando di portarsi in casa questo tipo di competenze. Chi non ha altre vie, cerca almeno di assumere; chi ha le spalle più larghe, magari grazie alla presenza dei fondi, apre la strada a questo tipo di operazioni”.
Tutti cercano competenze molto specifiche, che non è facile trovare sul mercato: “Il tema delle competenze è nettamente preponderante”.
Il ruolo dei fondi, la spinta alla crescita per linee esterne
In questo fenomeno di aggregazione, un ruolo importante, sottolinea Gaschi, lo hanno i fondi.
“I fondi aprono la strada alle realtà che hanno bisogno di crescere e arrivare a soglie importanti di fatturato velocemente. Le realtà più piccole non hanno la forza per lanciarsi da sole in questo tipo di operazioni. Ci sono obiettivi da raggiungere in tempi molto rapidi, soprattutto per chi opera nella Pubblica Amministrazione”.
Anche per Gaschi, il PNRR accentuerà il fenomeno: “Più si hanno le spalle larghe, maggiore è la possibilità di vincere commesse gigantesche. Quindi tutti vogliono crescere e lo fanno per linee esterne”.
E talvolta accade anche che le acquisizioni non diano il risultato sperato. Nell’affanno dell’acquisto a volte, è il rovescio della medaglia, si rovinano anche belle realtà.
Sono comunque operazioni che ben si inquadrano in tutto quanto è legato al PNRR, sia per l’aggregazione di competenze, sia per il raggiungimento di una massa critica ragionevole. “Le gare che saranno legate al PNRR saranno dimensionalmente significative e lì la partita si può giocare se si è capofiliera. Bisogna essere grandi, con tante persone a bordo, con le giuste certificazioni” è la conclusione.