Nata nel 2006, Veeam Software ha rapidamente guadagnato visibilità sul mercato IT puntando su soluzioni software di backup per soli ambienti virtualizzati, in particolare su piattaforma VMware (vSphere), e su un modello commerciale totalmente indiretto. Nel tempo poi la società ha ampliato l’ambito d’azione a Hyper-V, la piattaforma di virtualizzazione di Microsoft, e le funzionalità alla replicazione e deduplicazione, e ora si presenta come fornitore di soluzioni di disponibilità (availability) per i moderni data center: la versione 8 della Availability Suite, la soluzione di punta, è disponibile da pochi giorni.
La forte e rapida crescita (+30% nei primi sei mesi del 2014) ha portato Veaam a raggiungere secondo Gartner il sesto posto mondiale tra i fornitori di software di backup nel 2013. I numeri più recenti forniti dalla società, che ha sede in Svizzera, parlano di 27.000 partner, 1500 dipendenti e oltre 120mila clienti nel mondo, con 6,5 milioni di macchine virtuali protette, nonché di una struttura ormai consolidata anche in Italia, con una trentina di persone e circa 1200 partner.
Al recente VMworld 2014 di Barcellona, Veeam ha presentato i primi partner che offriranno il backup in Cloud, e un tool gratuito per effettuare il backup di endpoint fisici Windows (laptop e desktop) su hard drive, NAS, o repository di backup Veeam. Abbiamo chiesto a Gilles Pommier, Vice President Channel, EMEA di Veeam, di spiegarci i piani della società sia su scala globale che sul mercato italiano.
«Il primo annuncio di Barcellona si basa su Veeam Cloud Connect, uno strumento della Availability Suite v8 che consente ai clienti di spostare i backup su archivi offsite gestiti dal service provider di loro scelta, evitando di investire in una propria infrastruttura offsite – ci ha spiegato Pommier -: Cloud Connect è molto semplice da configurare, qualsiasi partner Veeam può diventare un service provider e offrire servizi di backup repository offsite ai suoi clienti in meno di 10 minuti, estendendo così la sua offerta commerciale».
Quanto al tool gratuito per laptop e desktop, continua Pommier, non va considerata un’estensione dell’attività di Veeam verso gli ambienti “fisici”. «Noi procediamo sempre con esperimenti, offrendo tool gratuiti per verificare la reazione del mercato, ma gli ambienti IT ormai sono in maggioranza virtualizzati, e noi crediamo fortemente che il trend continuerà». Proprio il fatto di aver scommesso fin da subito totalmente sugli ambienti virtuali, continua Pommier, è uno dei principali elementi distintivi di Veeam sul mercato. «Siamo gli unici con un focus “nativo virtuale”, mentre i nostri concorrenti hanno adattato prodotti per ambienti fisici a quelli virtuali: per noi è più facile assicurare agilità, che è una delle richieste più importanti nei data center di oggi. Inoltre noi non parliamo solo di backup e replicazione, ma di availability: il nostro motto è “always-on business”».
Per questo, spiega Pommier, è un errore pensare a Veeam come a un fornitore di nicchia: «Non facciamo più solo backup, ma comunque ormai il 70% dei workload nei data center è virtualizzato, è un mercato enorme che continua a crescere: VMware ha circa 200mila clienti solo in Europa, noi ne abbiamo 80mila, quindi per noi i margini di espansione sono impressionanti».
Venendo all’Italia, i partner sono circa 1200, mentre la struttura diretta di Veeam è composta da quasi 30 persone. «C’è un country manager, un channel team che gestisce i rapporti con i partner globali e con i distributori, che a loro volta coordinano i reseller, un team di risorse tecniche che supportano l’attività pre-sales, e il marketing. Tutti questi reparti sono supportati trasversalmente da un reparto inside sales basato a San Pietroburgo». Tra i nomi dei clienti italiani, sul sito di Veeam sono citati Gabbiano SpA, CUP 2000, Openjobmetis, Breton, ATER Pordenone, TAS Group, Corepla, Contarina SpA, Leroy Merlin Italia, Cosmit SpA, Comune di Verona, Ferretti, Sogegross.
Quanto ai partner, «la rete è in espansione, cerchiamo realtà coinvolte nelle decisioni strategiche dei loro clienti in termini di infrastrutture IT, e che possono sviluppare per loro soluzioni a valore aggiunto, con risorse specializzate nelle aree virtualizzazione, storage, e infrastrutture IT in generale, e nelle tecnologie di vendor come HP, Cisco, NetApp, VMware, Microsoft».
Per la struttura interna invece, conclude Pommier, «ci stiamo espandendo in ogni direzione, abbiamo bisogno in particolare di persone capaci di seguire i grandi partner e i territori chiave, ed esperti di canale in grado di seguire una rete di partner: l’unico problema che ci poniamo è di assumere le persone giuste».