#WPC16

#WPC16, un evento per i partner con al centro il cloud

Fabio Santini, direttore della divisione Developer Experience and Evangelism di Microsoft Italia, racconta le novità più significative dell’appuntamento Microsoft di Toronto

Pubblicato il 14 Lug 2016

Gianluigi Torchiani

Fabio Santini, Direttore Divisione One Commercial Partner & Small, Medium and Corporate Microsoft

Fabio Santini, direttore della Divisione Developer Experience and Evangelism di Microsoft Italia

Il WPC 2016 di Microsoft prevede oggi un’ultima giornata di lavori, ma dopo i primi due giorni piuttosto intensi è possibile già tracciare un primo bilancio. Digital4Trade lo ha fatto con Fabio Santini, Direttore della Divisione Developer Experience and Evangelism di Microsoft Italia, naturalmente presente in questi giorni a Toronto. «Il fatto che l’evento sia stato sold out è una testimonianza che l’attenzione dei partner verso Microsoft aumenta sempre di più. Questi attori vogliono capire in che direzione andiamo e dove loro devono muoversi. Abbiamo poi notato in questa edizione, al contrario delle precedenti, un notevole affollamento dell’area corner, dove i partner possono incontrarsi tra loro per ragioni di business. Un’evoluzione importante, considerato che nell’attuale scenario è sempre più decisiva l’integrazione delle loro soluzioni. In particolare i partner italiani sono stati molto contenti dei keynote e delle sessioni; inoltre li ho trovati molto interessati a comprendere bene tutti i nuovi meccanismi e incentivi per fare business. Inoltre sono stati veramente appassionati del meccanismo di networking che il WPC è stato in grado di generare».

Un argomento è stato il filo conduttore dell’evento e, vista l’impegno di Microsoft dispiegato in questi anni, non poteva essere altrimenti: «Il vero tema portante dell’evento, al netto di tutto, è stato il cloud – evidenzia il manager -. Intorno a questo si è cercato di capirne benefici e opportunità, non a caso si parla di quarta rivoluzione industriale. Non abbiamo cercato soltanto di fare degli annunci di prodotto, che pure ci sono stati e ci saranno sempre, ma abbiamo cercato di dare una visione del cloud un po’ più ampia. Inoltre si è inoltre parlato tantissimo di sicurezza, in tutti i suoi diversi aspetti: delle persone, dei dati, delle identità. Infatti, in un mondo iperconnesso come quello attuale, gli attacchi informatici sono in aumento e possono essere davvero dannosi. Quindi abbiamo raccontato tutto quello che abbiamo fatto in quest’ottica, in particolare di come Office 365 è in grado di proteggere i dati aziendali, ad esempio impedendo all’utente di fare attività incompatibili con le policy aziendali. Si è anche discusso molto di innovazione nel computing, con Hololens e lo scenario del machine learning».

Molta curiosità ha destato la partecipazione al WPC16 di Tim Campos, Cio di Facebook: «La presenza di Facebook all’evento è stata una sorpresa un po’ per tutti, si è sentito molto rumore nella sala quando è stato dato l’annuncio – racconta Santini – . La partecipazione di Campos è figlia del percorso che è stato intrapreso da Satya Nadella, che ha sempre detto che i competitor non sono più tali, ma devono piuttosto essere visti come coopetitor. L’assunto è che, nell’attuale mondo digitale, le altre aziende non devono essere viste come dei concorrenti a cui fare la guerra. Il mondo è cambiato: non si fa più business in maniera isolata, ma facendo sistema. Certo, poi rimangono aree su cui si compete, ma ce ne sono altre su cui si può collaborare. Microsoft e Facebook su alcune aree sono in competizione, ma entrambe riconoscono all’altra un valore importante. Ad esempio Facebook, che ormai è un’azienda enterprise molto grande, ha riconosciuto che adottare Office 365 le permette di continuare a lavorare con agilità».

Non sono poi mancate altre novità che interessano più da vicino il lavoro dei partner: «Su Dynamics 365 abbiamo semplicemente ribadito che occorre aggredire il mercato parlando sempre di più la lingua del cliente. E questo significa avere verticalizzazioni sui processi di business, che devono andare a risolvere casi specifici. Per quanto riguarda gli annunci sul modello Surface as a service, devo dire che sono stati accolti in maniera molto positiva: Microsoft sta ragionando già da tempo su come mettere a disposizione del canale un modello del genere. Su Office 365 è stato evidentemente banale lavorare in questa direzione, poi lo abbiamo fatto con Azure attraverso la formula CSP. Mancava, insomma, soltanto la parte client: è stato così deciso che, all’interno dei meccanismi di vendita, d’ora in poi ci sarà la possibilità di vendere Surface come un servizio e, dunque, non più come un asset di vendita “one shot”. Questo permette ai nostri rivenditori di proporsi ai propri interlocutori con un contratto di valore as a service che, in cambio di un abbonamento mensile, può ormai comprendere tutto: piattaforma, Data center, i servizi di collaborazione di Office 365, Dinamycs 365 per i processi, ecc. Una formula che permette al cliente finale di non acquistare in anticipo quello di cui ha bisogno per la propria attività, mettendo a disposizione un modello flessibile».

Al di là dei contenuti specifici, «è un po’ passato il messaggio che un partner vuole sentirsi dire quando viene a eventi di questo tipo. Ossia che la Microsoft ha fatto business grazie ai suoi partner e continuerà a farlo anche nel futuro. Si tratta di un messaggio che è stato ripetuto in ogni keynote e in ogni sessione e non si tratta soltanto di marketing: la verità è che la maggioranza del nostro fatturato passa attraverso i distributori e i rivenditori», conclude Santini.

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