Quanti nostri dati posseggono i principali social network o le app di messaggistica? Probabilmente troppi, come è facile da immaginare, dal momento che passiamo la maggioranza delle nostre ore su queste applicazioni. Che da anni riescono a monetizzare questo tempo attraverso campagne pubblicitarie sempre più mirate. Ma la monetizzazione dall’esterno potrebbe presto non bastare più: ci sono infatti diversi segnali di come alcuni tra i principali protagonisti di questo mondo (tra cui Facebook) guardino a intercettare direttamente quello che è uno dei maggiori fenomeni tecnologici del momento, vale a dire l’esplosione delle criptovalute, sulla scia del successo dei Bitcoin (qui tutto quello che c’è da sapere sul loro funzionamento) e sulle sorelle Altcoin (qui lo speciale).
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La criptovaluta di Telegram
Ma andiamo con ordine: secondo voci insistenti che rimbalzano da Oltreoceano, sarebbe molto vicina al lancio di una sua critptovaluta Telegram, l’app di messagistica alternativa al più popolare WhatsApp, che potrebbe presto presentare una sua piattaforma proprietaria ispirata al modello Blockchain (che potrebbe chiamarsi Telegram Open Network) e di una Altcoin, che potrebbe essere ribattezzata Gram. Con l’obiettivo di imporla come valuta di riferimento nelle transazioni dei suoi circa 180 milioni di utenti presenti a livello globale. Un passaggio sorprendente ma in fondo neanche troppo, se si pensa che Telegram – per ragioni di privacy e non solo – è l’applicazione più utilizzata dagli amanti delle criptovalute.
Un Bitcoin di Facebook?
Se il nome di Telegram associato alle criptovalute fa un certo scalpore, immaginate quello che può fare l’associazione Bitcoin –Facebook, quest’ultimo con i suoi miliardi di utenti a livello globale. Al momento, a dire il vero, non c’è nulla di concreto, ma ci sono alcune importanti dichiarazioni di Mark Zuckerberg che occorre prendere con il giusto peso. Secondo il numero uno di Facebook le criptovalute rappresentano rilevanti fenomeni in controtendenza con il momento attuale che «sottraggono il potere ai sistemi centralizzati e lo restituiscono alle persone». Impossibile dire, come immaginano alcuni, se queste parole significhino il prossimo lancio di una criptovaluta Made in Facebook. Certo è che la creazione di una moneta virtuale funzionante per gli acquisti effettuati all’interno di un social network così esteso potrebbe avere un effetto devastante sul mondo delle criptovalute, facendole uscire definitamente dai circuiti del Deep Web e mettendo a rischio persino il primato sinora indiscusso dei Bitcoin. Le cui modalità di creazione e acquisto sono abbastanza sconosciute ai comuni utenti Internet, che però potrebbero essere allettati da una rivisitazione delle criptovalute in forma semplificata da parte del re dei social. Quel che è certo è che già alla fine del 2016 Facebook Payments International Limited aveva ottenuto una licenza di moneta elettronica dalla Banca centrale irlandese, cosa che consente a Facebook di abilitare pagamenti peer-to-peer all’interno dell’intera Unione Europea.