Innovazione è la parola ricorrente e a volte anche abusata del mondo ICT: è infatti indubbio che tutti gli attori che operano in questo variegato mondo siano chiamati in questa fase a uno sforzo supplementare per adottare nuove tecnologie capaci di modificare prodotti, soluzioni e organizzazione stessa del lavoro. A questo compito non si è di certo sottratto un operatore come British Telecom, da anni impegnata sul tema dell’innovazione in maniera estremamente concreta. Lo testimoniano i numeri: l’operatore britannico negli ultimi cinque anni ha investito qualcosa come 2,5 miliardi di sterline (circa 2,9 miliardi di euro) in ricerca e sviluppo, tanto da poter contare su circa 4.700 brevetti. Il merito è anche della collaborazione con prestigiose realtà del mondo accademico come l’Università di Cambridge e il MIT di Boston. Ma anche da un’intensa attività di scouting che interessa anche settori non direttamente collegati agli ambiti di business di BT, come quello della sicurezza informatica. Oppure il mondo dell’IOT, a cui l’operatore ha dedicato una vera e propria competizione a livello globale che ha permesso di selezionare otto proposte estremamente innovative.
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Tutte le potenzialità dell’IoT
L’IoT, in particolare, è al centro dell’attenzione di BT, che ha anche diverse idee su come sfruttarne appieno le funzionalità. Ad esempio, la stima è che l’impiego di analytics potrebbe essere in grado di ridurre notevolmente i tempi di downtime, con un 20% di efficienza aggiuntiva che potrebbe essere guadagnata dalla più rapida risoluzione dei problemi esistenti nel mondo industriale. Più in generale, il miglioramento delle operazioni connesse potrebbe portare a un abbattimento dei costi totali di produzione del 15%. Tanto per fare un esempio pratico, il corretto impiego delle tecnologie IoT potrebbe ridurre il tempo medio di costruzione dei jet aerei da 17 a 9 giorni. Per realizzare concretamente questi traguardi non manca certamente la strada da percorrere: ad oggi solo il 3% dei dati aziendali è correttamente monetizzato, tanto che una buona parte di essi rimane confinata all’interno dei fogli excel aziendali. Per far sì che questa rivoluzione si compia, BT mette a disposizione tutta una serie di piattaforme integrate, sviluppate in collaborazione con una molteplicità di attori tecnologici (Huawei, Panasonic, Samsung, eccc), in grado di raccogliere i dati in arrivo dai diversi settori produttivi, trasformandoli in un valore concreto per l’operatività dei clienti finali.
Il caso di Syngenta
Un caso classico che è stato recentemente raccontato da Dan Poulter, Head of Customer Innovation – Europe, di BT è quello di Syngenta, multinazionale impegnata nella produzione di sementi per l’agricoltura, che si è posta l’obiettivo di aumentare la produttività delle colture di base del 20% senza incrementare l’uso di terra, acqua o risorse chimiche. Questo è stato reso possibile dagli strumenti BT Connect Intelligence Dynatrace, che forniscono a Syngenta i dati in tempo reale necessari per mantenere i propri sistemi al massimo livello. Per il prossimo futuro, BT guarda già al mondo della robotica e dell’intelligenza artificiale: la grande crescita nella disponibilità di dati e la riduzione dei costi di potenza di calcolo, unita a fenomeni come il deep learning, consentiranno ai computer di apprendere anche senza una programmazione esplicita. Di conseguenza, l’aspettativa dell’operatore britannico è che, ancora di più rispetto a oggi, ci sarà la possibilità di prevedere in modo accurato i risultati di business, assicurando ulteriori riduzioni dei costi e opportunità di guadagno ai clienti finali.