Sicurezza

Check Point svela nuove soluzioni per la prevenzione delle minacce e zero-day

Presentati i nuovi modelli delle famiglie 15000 e 23000, con hardware pensati per la difesa di data center e sistemi di grandi aziende

Pubblicato il 29 Gen 2016

Paolo Longo

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Hanno fatto il loro debutto in settimana i nuovi dispositivi di protezione appartenenti alle famiglie 15000 e 23000 di Check Point, con cui l’azienda innalza il livello di sicurezza di data center e società di grandi dimensioni. Si tratta di hardware studiati appositamente per incrementare la cybersecurity delle infrastrutture attaccate da malware e zero-day; minacce che possono causare danni ingenti alle vittime colpite. Nonostante i prodotti seguano, per design e funzioni base, la falsariga tracciata da device oramai famosi nel mondo della sicurezza informatica, quelli che abbiamo davanti non rappresentano solo un refresh di gamme precedenti. Come ha spiegato Gabi Reish, vice president of product management di Check Point: “Le soluzioni 15000 e 23000 forniscono ai responsabili dei reparti IT gli strumenti necessari per essere fiduciosi e mantenersi un passo avanti rispetto alle minacce informatiche avanzate, attuali e future”. Non a caso i modelli presentati integrano aggiornamenti essenziali per fronteggiare i rischi più recenti in ambito informatico. L’hardware è ottimizzato per far girare le diverse opzioni di protezione simultaneamente, incluso il controllo del traffico SSL, senza creare quei fastidiosi colli di bottiglia o compromettere la stabilità del sistema.

I nuovi modelli

Il portafoglio di Check Point si amplia dunque con i nuovi modelli della serie 15000, il 15400 e 15600 e due della serie 23000, il 23500 e 23800. Il primo fornisce una protezione via firewall in tempo reale a 23 Gbps e una prevenzione delle minacce a 1,5 Gbps, mentre il 15600 può arrivare rispettivamente a 28 Gbps e 2.2 di prevenzione. Entrambi hanno un controllo centralizzato con LOM per una migliore gestione dell’apparecchio e la piattaforma SandBlast Threat Prevention, specifica per bloccare le minacce zero-day. Le versioni 23500 e 23800 supportano cinque slot di espansione I/O per connessioni ad alta velocità, alimentazione aggiuntiva e integrano due dischi RAID1 da 1 TB. Si tratta di update importanti in anni che vedono sempre più hacker e cracker bucare le reti di compagnie di qualsiasi dimensione. Non a caso Simon Lewis, esperto in cybersicurezza di fama internazionale e CEO/Founder dell’azienda di servizi di sicurezza delle reti Dataway ha spiegato in una recente intervista: “Mitigare le minacce oggi è essenziale per le infrastrutture IT. Consigliamo vivamente ai nostri clienti di usare prodotti che offrono i più elevati standard qualitativi e sono in grado di adattarsi alle dinamiche in evoluzione. Check Point sa come aiutare queste persone a difendersi dagli attuali e futuri attacchi malevoli”.

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