Facebook Workplace è realtà da qualche mese. Per chi non lo conoscesse, si tratta di una versione ad-hoc del più famoso social network, pensata apposta per il business. Il design ricorda da vicino quello del fratello maggiore ma, a differenza di questo, ospita delle interessanti sezioni con cui migliorare e ottimizzare la collaborazione tra colleghi e dipendenti. Non a caso, il concorrente diretto di Workplace è Slack, servizio cloud usato da anni come strumento di condivisione progettuale. Zuckerberg, pur non avendo mai sperimentato una piattaforma dedicata ad aziende e professionisti, ha dalla sua un sito web usato ogni giorno da oltre 1 miliardo di persone, molte delle quali non possono farne a meno neanche sul posto di lavoro. Quale migliore idea se non partire da qui per fornire un tool di social-produttività basato su metriche ben conosciute?
Ecco allora la seconda idea: rendere Workplace un progetto da sfruttare gratuitamente, per comprenderne ancora meglio le potenzialità ed, eventualmente, suggerirlo al capo così da dedicare una voce del bilancio (piccola in verità) alla sua introduzione in ufficio. Workplace Standard è dunque la versione gratuita che ben poco si distanzia da quella Premium, navigabile con un piano in abbonamento (che diminuisce al crescere degli iscritti della stessa azienda). La differenza sostanziale è che qui mancano gli strumenti di analytics e amministrativi con cui personalizzare menu e sezioni, ma resta comunque un luogo virtuale ottimo per organizzare gruppi e progetti lavorativi. “Speriamo di poter aiutare sempre più compagnie a connettersi – ha spiegato il product manager del gruppo – mostrando loro le capacità di Workplace come piazza di aggregazione fortemente orientata alla produttività”. Tra i brand che si sono mostrati interessati a Workplace sin dall’inizio c’è anche Nestlé, che lo ha reso disponibile per le sue sedi.