Sviluppatori

Google I/O 2018, le principali novità

L’edizione annuale della conferenza per sviluppatori ha riservato più di una sorpresa. Ecco le più importanti per developer e utenti

Pubblicato il 11 Mag 2018

Paolo Longo

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Come ogni anno, Google dedica alla sua community di sviluppatori l’evento Google I/O. Si tratta di una tre giorni di immersione totale nel mondo della produzione e fruizione di Big G e delle sue piattaforme più rilevanti a livello globale. Se già l’edizione 2017 si era sbilanciata fortemente nel campo del machine learning e dell’Intelligenza Artificiale, questa ha dedicato buona parte delle presentazioni agli sviluppi più innovativi dei servizi e prodotti offerti dal gigante di Mountain View. Riportiamo di seguito i punti salienti dell’appuntamento Google I/O 2018; le cose da sapere per capire dove sta andando la strategia, anche commerciale, della multinazionale.

Google Duplex

Si tratta sicuramente della novità più impressionante, almeno dal punto di vista pratico, svelata da Google. Più che una piattaforma a sé, Duplex è una nuova funzione dell’Assistente vocale presente oggi sui dispositivi Android, IoT e tanti altri gadget hi-tech. Grazie a un aggiornamento essenziale dei suoi algoritmi, Google Assistant potrà presto effettuare vere telefonate al posto nostro, per compiere operazioni non sempre facili anzi complesse dal punto di vista dialettico. Tra queste: ordinare una pizza, contrattare sull’orario di consegna, prenotare un tavolo al ristorante oppure un appuntamento dal parrucchiere. Non è dato sapere quando tale innovazione si concretizzerà ma sarà di certo un vantaggio, in termini di tempo e costi, per utenti e aziende.

Google Maps

Le mappe sullo smartphone fanno un salto nella realtà aumentata. Su una prossima versione dell’app si potranno inquadrare incroci e nomi delle strade per ottenere indicazioni in AR, sotto forma di frecce e avvisi sovrapposti al mondo reale. Tecnicamente parlando, la novità non dovrebbe essere così lontana nel tempo visto che non prevede un grande sforzo di implementazione tecnologica.

Gmail

Si chiama Smart Compose ed è lo strumento, basato sull’Intelligenza Artificiale, che aiuta a creare e terminare le frasi nelle e-mail grazie all’apprendimento automatico. Suggerisce le migliori parole per costruire una frase quando si digita su un telefono e, sapendo tutto il database di Google sui suoi utenti, questo mezzo è decisamente più preciso, utente per utente, delle soluzioni automatiche di alcune app, come Swiftkey.

Android P

Google renderà la beta di Android P aperta più dispositivi. Il motivo è semplice: gli sviluppatori vogliono ottenere un numero più alto di feedback in vista del rilascio globale, dopo l’autunno. Per questo le novità che riguardano l’OS più presente sui device mobili al mondo si potrà installare sui classici Pixel ma anche OnePlus e Nokia. Ma cosa cambia rispetto all’attuale Oreo? Al di là degli orpelli grafici, menu e animazioni durante il multitasking e lo switch tra finestre, Google ha promesso di migliorare la durata della batteria, grazie alla feature “batteria adattiva”. Questa dovrebbe permette di ridurre del 30% l’uso delle app, bloccando l’attivazione da parte della CPU quando non è necessario. In termini di adattamento, Android P avrà una luminosità adattativa che impara dalle abitudini degli utenti, regolano la luce del display a seconda delle ore del giorno e dei comportamenti osservati in precedenza.

Una funzione interessante è rappresentata da una dashboard che dirà agli utenti quanto tempo hanno speso su determinate app. Come se si trattasse di una piattaforma di fitness, si potranno impostare dei limiti nell’apertura di determinate applicazioni e giochi. Al superamento non si bloccherà il sistema ma Google pensa che il solo visualizzare le metriche aiuterà le persone a tenere più il telefono in tasca e meno tra le mani. Per tornare a vivere.

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