Google I/O 2016

Google I/O 2016: Chrome OS, VR, Play Store, ecco le opportunità per gli sviluppatori

La seconda giornata della conferenza di Big G si concentra sugli strumenti a disposizione dei developer per creare con più semplicità app per computer, smartphone e visori di realtà virtuale

Pubblicato il 20 Mag 2016

Paolo Longo

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Google I/O 2016 si è conclusa con una serie di focus particolari sulle nuove modalità di lavoro e promozione concesse agli sviluppatori. Del resto la conferenza, così come il prossimo WWDC di Apple, si rivolge proprio a questo target, i developer, primi clienti delle novità introdotte da Mountain View in ambito web, desktop e mobile. La prima sorpresa, vista già durante la giornata di apertura è Android Instant App, ovvero la possibilità di far girare sul telefono delle parti di applicazione anche quando questa non è fisicamente installata sul dispositivo.

Ciò consente agli utenti di provare in maniera decisamente veloce e funzionale come si comporta un software sullo smartphone, mentre i creatori potranno modulare i loro lavori rendendo disponibile subito una parte del progetto, senza dover ricompilare da zero il codice (secondo Google basterà “meno di un giorno” per adattare le applicazioni ad Android Instant).

Android Daydream

La realtà virtuale è il secondo punto di interesse toccato da Google. Come peraltro anticipato nelle settimane precedenti, la multinazionale ha deciso di compiere un passo decisivo nel mondo VR presentando Daydream, una piattaforma che racchiude in sé una vera innovazione per l’intrattenimento mobile. Oltra al gamepad e al visore (versione aggiornata di Cardboard) che arriveranno più in là in autunno e con i quali poter interagire sempre meglio con gli ambienti in 3D, Google porta dentro Android N 7.0 una modalità di realtà virtuale adattabile a cellulari e dispositivi di marchi diversi, senza distinzione di accesso a giochi e app. Il VR Node dividerà lo schermo in due quando si avvia un’applicazione scaricata da una sezione speciale del Play Store. Tali giochi e programmi avranno una sorta di certificato Daydream, che attesterà la bontà del progetto e la possibilità di un funzionamento decente su tutti i device supportati delle attuali otto aziende già partner dell’iniziativa (Samsung, HTC, Xiaomi, ZTE, Alcatel, LG, Huawei, Asus).

App su Chromebook

Nell’ottica di migliorare e rendere sempre più largamente utilizzato Chrome OS, Google ha annunciato l’arrivo sul sistema operativo che potenzia i computer della famiglia Chromebook delle app native, ovvero di software pensati apposta per l’OS di casa, da scaricare direttamente dal Play Store. Entro la fine di giugno il negozio sarà aperto agli upload degli sviluppatori, mentre dall’autunno tutti i possesori di un Chromebook potranno accedervi liberamente. Si tratta di una novità non di poco conto che sicuramente consentirà all’universo Chrome OS di acquisire maggiore importanza e valore anche in mercati, come l’Italia, in cui stenta a decollare.

Test Lab

Sul piano dello svluppo vero e proprio, Cloud Test Lab è il luogo dove testare, simultaneamente, il comportamento delle proprie app simulando dispositivo differenti, con schermi, funzioni e peculiarità diverse. Vivendo sulla nuvola, Test Lab non solo dona agli sviluppatori un modo per provare in via virtuale i loro progetti, ma anche il vantaggio di applicare ad essi diverse metriche di controllo e analisi sfruttando l’intelligenza di Robo, che può essere considerato come il beta tester di Big G che vive nel cloud. Robo test analizza la struttura dell’interfaccia utente dell’app e la esplora autonomamente simulando varie attività dell’utente. Nel corso del suo lavoro, crea screenshot e piccoli video con cui dimostra le reali operazioni di prova svolte, che diventano fondamentali per scovare in breve tempo bug ed errori che causano crash e blocchi nella UI.

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