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Huawei V2, il visore ibrido che piace alla massa

Anche la compagnia cinese sale a bordo della realtà virtuale e lo fa con un accessorio che si può collegare al telefonino o al PC Windows 10, con la qualità di uno schermo 3K

Pubblicato il 12 Gen 2018

Paolo Longo

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Tra i nomi grossi del mercato VR ecco spuntare Huawei. La compagnia cinese non vuole lasciare nemmeno un briciolo dell’hi-tech di consumo, dopo aver conquistato la seconda posizione nella classifica dei principali produttori al mondo di smartphone. VR 2 è il nome della seconda generazione di visori della casa, che segue la precedente lanciata nel 2016 e praticamente mai andata in vendita nei mercati europei. Questa, anche se in mancanza di informazioni precise, dovrebbe invece far debuttare il marchio ovunque in Occidente, partendo dagli USA, dove è stato svelato.

Durante un keynote al CES 2018 di Las Vegas infatti, la multinazionale ha spiegato le sue mosse future per costruire un ecosistema digitale di qualità, sulla scia di quanto fatto dai concorrenti, Samsung in primis. Puntare sulla realtà virtuale domestica è praticamente obbligatorio visto che il trend ha dimostrato nell’ultimo anno di poter suscitare il dovuto interesse verso i consumatori, soprattutto con accessori dal prezzo interessante e non definitivi. Il riferimento è a oggetti come gli Oculus Rift e gli HTC Vive, che per forza di cose sono destinati a un pubblico maturo che già sa di voler sfruttare pienamente i mondi 3D schermati davanti agli occhi.

Huawei V2 invece segue la logica del Gear VR di Samsung o del DayDream View di Google: approcciare gli entry-level, con contenuti interessanti e coinvolgenti. Quello che cambia rispetto alla concorrenza è che VR 2 è di fatto il primo vero e proprio ibrido del settore virtuale per la massa, con il potenziale davvero di raggiungere chiunque. Tutto gira intorno alla sua versatilità, tale da renderlo utilizzabile in contesti differenti e con applicazioni e giochi che scalano di qualità. In che senso? Al suo interno non ha uno spazio in cui inserire un classico smartphone (come Gear VR e DayDream) ma nemmeno un’area riservata a un processore ad-hoc (come Lenovo Mirage Solo).

Quello che serve per farlo funzionare è un normale cavetto USB di Tipo-C da attaccare al Mate 10 Pro, un tablet oppure un computer Windows. A quel punto, a seconda della sorgente, si potrà accedere a piattaforme idonee a essere gestite dai rispettivi chip. Quindi su smartphone avremo un’esperienza paragonabile a quella della concorrenza mobile, Samsung e Google appunto, mentre connesso al PC potrà donare un accesso di poco inferiore a quello abilitato da Oculus e HTC. Il tutto diffuso su un pannello integrato da 3K che, a detta del produttore, dovrebbe restituire immagini mai viste su strumenti simili finora.

Non è chiaro se la compagnia svilupperà il proprio negozio digitale di applicazioni e videogame ma pare che abbia già stretto una collaborazione con Steam, popolare servizio di gaming, per supportare qualche gioco, e sia compatibile con il portfolio di DayDream così da beneficiare delle decine di lavori già pubblicati per il visore adatto ai dispositivi Pixel e Pixel 2. Nessuna notizia sulla data di arrivo e il prezzo in Europa anche se maggiori dettagli potrebbero arrivare al Mobile World Congress di Barcellona.

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