Trend 2017

ICT 2017: i trend e le tecnologie dominanti dell’anno che verrà

Nell’era digitale, l’unica costante è il cambiamento. Il mercato subisce mutamenti frequenti e corre a ritmo sempre più veloce: per stare al passo e ottenere un business di successo occorre dunque analizzare i trend del prossimo futuro e stabilire quali siano le migliori strategie da mettere in pratica

Pubblicato il 22 Dic 2016

Redazione TechCompany360

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ICT 2017 più che foriero di novità, saranno conferme di evoluzioni in atto da tempo. Più che altro si delineano meglio i termini e i capitoli chiave della governance.

Sempre e in ogni caso, le tendenze che influenzeranno i data center nei prossimi cinque anni rappresentano una vera e propria sfida per gli operatori del settore: infrastrutture infinita, implacabili esigenze di business e un importante cambiamento relativo al controllo.

Dunque, quali sono i dieci trend più importanti da identificare e cosa dovranno fare i professionisti IT nel prossimo futuro per non farsi trovare impreparati?

#1 ICT 2017 all’insegna delle filosofie… open

L’open developement scompone il data center in componenti più piccole che si interfacciano con standard aperti. Ancora oggi, con meno del 2% delle applicazioni progettate per la scalatura orizzontale, l’IT aziendale dovrebbe evitare di sollevare applicazioni legacy su un’infrastruttura aperta. Gli esperti, piuttosto, consigliano di porre nuovi carichi di lavoro sulle infrastrutture building-block e di rinegoziare i contratti hardware per prepararsi a standard aperti sia a livello di hardware che a livello di software.

#2 L’automazione si trasforma

Questo trend non rappresenta una novità, ma nei prossimi cinque anni l’automazione IT subirà una trasformazione, passando da un’implementazione opportunistica a una sistemica. Il problema, secondo gli esperti, è che gli amministratori IT amano esageratamente gli script: gli piace crearli o giocherellare con quelli forniti dai colleghi e, quando passano a un altro lavoro, lasciano ben poche informazioni su ciò che hanno fatto. Nell’ottica di un’automazione IT occorre evolvere dallo scripting deterministico (carichi di lavoro definiti per le attività) a un design di tipo euristico (ovvero, automazione basata su dati forniti e condivisibili rispetto alle varie operazioni). Gli esperti consigliano di intraprendere il percorso euristico nominando un responsabile dell’automazione IT, automatizzando la script discovery e premiando gli amministratori per la costruzione di script resilienti e strutturati.

#3 Il concetto di software-defined everything

L’approccio software-defined prevede che il piano di controllo venga astratto dall’hardware. La governance procede a partire da ogni singola apparecchiatura che il data center è in grado di comprare, ma in chiave softwarizzata. Gli analisti ritengono che i server software-defined siano avviati, il software-defined networking stia maturando e che lo storage software-defined non avrà un grande impatto almeno fino al 2017. Nel passaggio all’approccio software-defined, conviene evitare contratti in esclusiva con i fornitori e focalizzarsi invece sull’agilità, cercando application programming interface interoperabili che permettano l’astrazione a livello di data center. Inoltre, secondo gli esperti, occorre tenere a mente che i data center tradizionali non moriranno senza combattere!

#4 L’importanza di analizzare i Big Data

Oggi l’analisi dei Big Data viene utilizzata per vincere una serie di sfide in diversi settori: dalla sicurezza, al marketing, passando per la sanità, l’automotive e il gaming e molti altri. Gli esperti consigliano di costruire nuove architetture di dati per gestire i dati non strutturati e il loro inserimento in tempo reale. I cambiamenti più dirompenti a cui oggi stiamo assistendo sono basati sulla comprensione di questa mole di informazioni provenienti da ogni possibile fonte di una rete analogica e digitale. In ogni caso, il più grande scoglio nei confronti dell’adozione aziendale di soluzioni di big data analytics non è tanto l’architettura quanto la mancanza di competenze in merito alla nuova scienza dei dati, fatta di visioni, di algoritmi, di integrazione e di capacità predittiva.

#5 Dalla IoT all’Internet of Everything

La proliferazione dei dispositivi connessi alla rete, unita alle analisi dei BIg Data, permette alle aziende di automatizzare e perfezionare le loro operazioni. La rete è un gigantesco sensore ma nella gestione della capacità dei data center, l’Internet of Everything significa anche sapersi adattare alla domanda e alle priorità dei clienti: i data center oggi vanno costruiti per essere in grado di cambiare, più che per durare a lungo.

#6 Infrastruttura web-scale

Nel bene o nel male, quello che ogni imprenditori oggi vorrebbe sapere e perché non si può fare quello che oggi fanno Google, Facebook e Amazon. L’hardware e il software convenzionali non sono costruiti per supportare un’infrastruttura IT web-scale, il che significa che questa tendenza si basa sul software-defined everything e sulle open philosophy (come, per esempio, l’Open Compute Project). Non solo: tale trend si basa anche su un cambio di atteggiamento importante nel settore IT, dove viene contemplata (e consentita) la possibilità di sperimentare e fallire.

#7 Cresce la tecnologia mobile

La forza lavoro oggi è mobile. I clienti sono mobili. Il BYOD non è più una novità (ma, anzi, è sempre più una prassi). Il service desk IT non può ignorare questa tendenza. Il rischio, secondo gli esperti, è di sembrare davvero fuori dal mondo! Ovviamente è d’obbligo abbracciare questo trend senza dimenticare la sicurezza. Occorre quindi innanzitutto puntare sulla segregazione dei dati, ovvero dividere le applicazioni aziendali da quelle personali presenti sullo stesso dispositivo).

#8 I vantaggi dell’IT bimodale

Nell’era digitale, con un mercato che va sempre più veloce, il business deve mantenere la propria solidità riuscendo però anche a diventare agile e dinamico. Per questo, gli esperti parlano di IT bimodale: alla governance tradizionale, infatti, occorre affiancarne una incentrata sull’agilità delle operation.Scegliere l’IT bimodale significa quindi mantenere le pratiche IT tradizionali e al tempo stesso introdurre nuovi processi innovativi, in modo sicuro. L’IT bimodale renderà il team di lavoro più diversificato e creerà valore per il business.

#9 Dashboard per il business value

Entro il 2017, la maggior parte delle infrastrutture e dei team di operation useranno i cruscotti per comunicare con il mondo esterno. La differenza tra i cruscotti di business value e le metriche IT, spiegano gli analisti, è la stessa che intercorre tra le recensioni delle navi da crociera e i report sulla taratura delle caldaie di queste stesse navi. Semplicemente, servono per scopi diversi. Gli esperti consigliano di valutare le dashboard business-value e integrarle con i membri del team IT che parlano la stessa lingua degli stakeholder aziendali.

#10 Un nuovo approccio allo shadow IT

Tutte le tendenze descritte finora alimentano lo shadow IT, perno intorno al quale girano le unità di business per ottenere maggiore agilità. Alcuni team IT stanno cercando un nuovo approccio su questo fronte: piuttosto che annullare tutte le operazioni condotte nello shadow IT, le permettono e ne monitorano le prestazioni, in modalità proof-of-concept. Se la prova va a buon fine, quel tipo di attività viene inserita formalmente nell’organizzazione.

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