Innovazione

Il 2018 è l’anno degli assistenti intelligenti

Alexa e Google Assistant hanno dato uno scossone al mercato che presto vedrà l’arrivo di HomePod. E quando Apple sale in cattedra può succedere di tutto

Pubblicato il 24 Gen 2018

Paolo Longo

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Il rischio è un po’ quello vissuto dagli smartwatch attesi per anni ed eclissati a prodotti per una nicchia di consumatori, mai capaci di esplodere e raggiungere la massa. Gli smart speaker hanno seguito una strada simile, almeno negli USA dove al debutto sono stati accolti da un tiepido interesse, nulla di particolare. Eppure con il tempo gli Amazon Echo sono cominciati a spuntare come funghi nelle abitazioni degli americani, convinti di poter ottenere di più da un semplice altoparlante Bluetooth. Parte del merito, quasi tutto in verità, va ad Alexa e al framework di integrazione aperto a cui hanno potuto avere accesso gli sviluppatori. Permettere a una voce chiusa dentro un accessorio da salotto di interagire, man mano, con tanti oggetti e dispositivi diversi è un assoluto vantaggio. Tutto è partito dalla gestione delle attività nativamente ospitate sullo smartphone per finire con il funzionamento a distanza dei termostati, webcam di sorveglianza e tanto altro IoT in genere.

Sulla scia di Amazon è arrivata Google, che per prima cosa ha diffuso il suo Assistant su Android e iOS, prima di piazzarlo dentro Home, l’iterazione casalinga dello speaker connesso. C’è da dire che Bezos ha guadagnato tanto favore grazie alla tempestività: in un contesto privo di offerte, le persone non potevano che comprarsi un Echo, con chiari ritorni economici già sul breve periodo. Google ha dalla sua l’integrazione con il vasto mondo di app omonime e l’ecosistema Android. Ma la vera svolta potrebbe arrivare presto, quando in pista scenderà Apple.

Di recente la compagnia ha ottenuto il via libera per la vendita di HomePod, altoparlante intelligente potenziato da Siri. Come successo per la categoria dei tablet, inesistente prima dell’iPad e, ancora di più, per quella smartwatch, la Mela potrebbe aumentare il livello di adozione di smart AI casalinghi con il lancio del suo prodotto. Sappiamo quanto conti per l’utente il design di Cupertino e l’esperienza da vivere con ogni oggetto che esce dalle fabbriche partner dell’azienda, dunque non è così strano immaginare un 2018 segnato particolarmente da HomePod piuttosto che dal consolidamento della concorrenza, pur avvantaggiata per lo sbarco precedente  sul mercato. Stando ad IDC, 1 consumatore su 6 negli States ha uno smart speaker e, se i numeri non mentono, chiunque possegga un iPhone non aspetta altro che l’arrivo della versione di Apple per portarsene uno in casa.

Il tasso di adozione di assistenti digitali sta superando quello degli smartphone e non può essere un caso. L’intelligenza artificiale presto sarà ovunque e risulta difficile immaginare un futuro senza. Pensiamo all’ambiente domestico ma anche a ciò che c’è fuori: le smart city, le automobili, i luoghi di interesse. Non avremo tutto nel 2018, è certo, ma le premesse di una tecnologia utile e alla portata di tutti sono già evidenti e non attendono altro che un’implementazione e una maggiore integrazione, a partire dai telefonini, che con le neural processing unit hanno già dato il benvenuto a un hardware avanzato, non così predittivo (non ancora almeno), ma dalle potenzialità inespresse, tutte da scoprire.

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