Per anni siamo stati vittime dei computer a scacchi. Amatori e professionisti si sono dovuti arrendere dinanzi alla tecnica informatica della macchina, capace di sfruttare tutti i suoi bit per formulare tutte le ipotesi di gioco possibili, in risposta alle azioni dell’uomo. La storia rischia di ripetersi, anzi lo sta già facendo, per un altro gioco che appassiona milioni di persone: il poker. Per la prima volta nella storia, un software è riuscito a battere gli esseri umani in un torneo a cui partecipavano quattro dei più forti al mondo, dimostrando dove possa arrivare oggi un’Intelligenza Artificiale avanzata. A differenza degli scacchi infatti, le cui metriche si basano su calcoli matematici ben precisi, il poker è composto da innumerevoli fattori, non per ultimo la “casualità” nell’ottenimento delle carte e il “bluff” da parte dei giocatori.
Sviluppato dalla Carnegie Mellon University, e con un costo di circa 1,7 milioni di dollari, Libratus è l’emblema dell’evoluzione dell’AI nel corso del tempo. “Abbiamo dimostrato che l’abilità di un’intelligenza artificiale di prendere decisioni strategiche in situazioni imperfette ha superato quella degli esseri umani – ha spiegato Tuomas Sandholm, professore di Informatica della Carnegie Mellon University e membro del team di sviluppo del programma, che ha anche sottolineato le capacità relazionali di Libratus, in grado di andare oltre il mero calcolo scientifico – il bot ha fatto delle mosse davvero innovative, come ad esempio puntare grosse somme in piatti piccoli. Gli umani temono questo genere di azioni, un software no, non può conoscere la paura”. Ciò che più di altro fa riflettere è che, secondo i fautori, Libratus ha utilizzato solo il 46% delle proprie potenzialità durante il torneo di poker, lasciando il resto a obiettivi ben più etici, come la cura del cancro.