Al di là dei chatbot, dei robot lavoratori e degli assistenti personali sugli smartphone. Il campo di ricerca e sviluppo che circonda l’intelligenza artificiale è così vasto che porre barriere e limiti non è di certo possibile. Se c’è una compagnia che da tempo studia diversi metodi con cui migliorare la vita dei propri clienti sfruttando la AI, questa è Facebook, prossima a utilizzare un sistema avanzato di algoritmi in grado di “ripulire” le timeline degli utenti da contenuti ritenuti offensivi, provocatori e lesivi della sensibilità delle persone. L’etica tecnologica su cui il social network si è sempre basata prevede un supporto sostanziale dei navigaotori: chi pensa di essersi imbattutto in un’immagine, video o testo che valica i confini del politically correct può segnalarlo con i tool a disposizione, così da evidenziare l’accaduto al team dedicato.
Migliorare con l’AI
Ma l’occhio umano può perdere qualcosa o, semplicemente, un utente può fregarsene del post offensivo e passare oltre, senza denunciarlo. In questo preciso punto arriva l’intelligenza artificiale di cui Facebook già sta beneficiando. Scene di nudo, violenza o di qualsiasi altra azione che viola le policy dell’azienda verranno presto rimosse in automatico, con uno spretto più ampio di ciò che si è visto sinora (ad esempio in merito ai video degli estremisti in Medio Oriente). Il problema è che un set di regole matematiche deve imparare a gestire situazioni e contenuti diversi, considerando cosa è davvero riprorevole e cosa no. Il richio, come nel caso della famosa foto della bambina vietnamita che scappa dalla guerra, è di censurare opere che fanno parte della storia dell’uomo, solo perché mostrano elementi contrari alle politiche del gruppo. Proprio di recente, Mark Zuckerberg ha spiegato come il miglioramento del sistema di AI sta già permettendo di identificare le notizie false condivise online, ad esempio quelle in merito alle elezioni statunitensi, lo stesso metodo che spunterà le dirette streaming da bloccare all’istante, se considerate poco consone agli standard interni. Insomma: meno occhio umano e più controllo digitale? Probabilmente si, anche se dietro la censura, almeno per il momento, vi sarà il controllo di un tecnico in carne e ossa. L’unico capace di scendere a compromessi.