Rispettare la scadenza annuale dettata dal mercato della sicurezza consumer con prodotti in grado di proporre effettive novità e non solo una rinfrescata nella grafica, non è un’impresa facile. La risposta McAfee, convinta di avere individuato ancora una volta la strada giusta, passa per tre punti fermi. «Facilità, efficienza e multidispositivo sono i cardini della nostra linea di prodotti 2018 – afferma Antonio Gaetani, director partner enablement dell’azienda -. Niente di nuovo all’apparenza, sono temi ormai dibattuti da alcuni anni. Il nostro approccio però, va in direzione di un aspetto non sempre considerato a dovere. In assenza di una estrema facilità d’uso, l’utente è portato a non installare o non utilizzare al meglio tutte le opzioni presenti nel pacchetto».
Invariata la configurazione dei prodotti, dall’inossidabile Antivirus al più completo LiveSafe senza limiti al numero di dispositivi, passando per AntivirusPlus, Internet Security e Total Protection. Massimo impegno invece, nel mantenere aggiornate le difese, al passo con una crescita delle minacce sempre più difficile da contenere. «Dal nostro più recente Report sulle minacce, ogni 4 secondi vengono alla luce 244 nuovi malware – osserva Gaetani -. Non si parla solo di PC. Ormai la grande maggioranza punta al mondo mobile, con un aumento annuale del 79%, e sui ransomware, cresciuti del 59%». Da notare anche l’interesse manifestato verso il mondo Mac, salito del 53%.
Più dei numeri però, a dettare le più strategie McAfee sono le recenti vicende societarie, e il desiderio di presentarsi con un’immagine rinnovata. «Siamo tornati privati e indipendenti da Intel, con l’idea di un lavoro d’insieme – precisa Gaetani -. Bisogna collaborare con gli utenti, perchè è inutile sviluppare sicurezza se non viene installata e non si sa come usarla».
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Efficienza a portata di click
Rendere la vita semplice, garantendo al tempo stesso la massima copertura su un numero di apparati in forte aumento sia in numero sia per tipologia, è la vera sfida da affrontare. La risposta parte praticamente dal primo contatto con il software. Il download iniziale è infatti stato ridotto praticamente della metà. Un’operazione di pulizia estesa all’interfaccia, visualizzando nella finestra principale tutte e solo le informazioni rilevanti.
«Tutto ruota intorno al nuovo motore con Real Protect. Utilizziamo un Mini-DAT locale, con le minacce individuate come più pericolose. Una sorta di sottoinsieme dei rischi più probabili. A questo primo livello, si affianca il cloud, con le firme più complete e aggiornate all’istante”. In assenza di connessione è comunque disponibile Real Protect Static, in grado di valutare le pre-esecuzione di un software senza l’utilizzo di firme».
Considerato il livello di rischio, e la superficialità con la quale spesso gli utenti l’affrontano, fermezza totale contro i ransomware. «Lo scarso controllo di Android favorisce la diffusione. Andiamo alla ricerca dei processi sospetti e li terminiamo all’istante. Inoltre, chiediamo di disinstallarli direttamente». Sempre per Android, è stato sviluppato il controllo delle connessioni Wi-Fi. Con indicazioni chiare stile semaforo sull’affidabilità della connessione pubblica, fino a indicare un eventuale attacco in corso.
Per chi vuole spingersi oltre, Safe Connect permette di impostare una sorta di VPN, con cifratura dei dati. È utile anche a superare le limitazioni geografiche nell’uso di applicazioni come lo streaming. Per il momento, resta però un’opzione a parte, a pagamento oltre i 250 MB al mese.
«Con la nuova generazione di prodotti siamo passati dalla tredicesima alla seconda posizione nei test AV – evidenzia Gaetani -. Intendiamo lavorare ancora di più per superare definitivamente la mentalità secondo cui i nostri prodotti rallentano il PC».
La sicurezza IoT passa dal router
Nel futuro McAfee una delle sfide più importanti è affrontare la proliferazione nei dispositivi presenti all’interno di una rete domestica. In rapida crescita sia per numero sia per tipologia, non si può pensare di affrontarla installando software su qualsiasi oggetto dotato di connessione. «L’idea è semplice, spostiamo la sicurezza dal dispositivo al router – spiega Antonio Gaetani, director partner enablement di McAfee -. Per ottenere questo è stato necessario prima di tutto il riconoscimento automatico dell’oggetto collegato, analizzando il traffico generato e regolando il conseguente livello di protezione».
Il software Secure Home Platform installato sul router viene controllato via app. In caso di comportamento sospetto, anche di un semplice sensore IoT, viene inviato un allarme. Bloccarlo subito non è la soluzione migliore, perchè si rischia di compromettere anche il normale funzionamento. La piattaforma si appoggia al cloud e sarà totalmente integrata nel router. Per questo, la diffusione in Italia dipenderà soprattutto da accordi con i provider, anche se non è escluso il canale degli OEM.