Gli ultimi dati di utilizzo di Windows 10 non sono incoraggianti. Il più recente sistema operativo di Microsoft vive un momento di stallo, senza riuscire a raggiungere e superare il suo più temuto concorrente interno, Windows 7. Sia gli utenti privati che le aziende sono ancora ferme all’OS di qualche anno fa, che peraltro tra un po’ entrerà nella sua fame di fine del supporto e dunque potrebbe causare un bel po’ di problemi di sicurezza, figli dello stesso menefreghismo che ha permesso a minacce come WannaCry e NotPeya di insediarsi in computer e infrastrutture critiche in tutto il mondo. Come fare per invogliare sempre più persone ad aggiornare? Semplice, spingendo l’obsolescenza del software.
Il più importante di casa Microsoft è Office, la cui prossima iterazione, targata 2019, sarà possibile solo su computer con Windows 10 (e macOS ovviamente). Lo ha confermato l’azienda, con una versione beta che dovrebbe essere rilasciata prima o poi nel terzo trimestre dell’anno, mentre nei mesi successivi arriverà il pacchetto completo, compreso anche di Office 365. Ovviamente aggiornare a Windows 10 non è obbligatorio per chi si trova benissimo con l’Office attuale o magari decide di puntare ancora di più sul cloud.
Le offerte della casa non mancano, così come quelle della concorrenza, tra cui LibreOffice, giunta di recente nella sua nuova veste. Basterà la limitazione introdotta alla suite di produttività a convincere migliaia di utenti a passare a Ten? Difficile dirlo ma di certo i vantaggi di un sistema operativo aggiornato, soprattutto in ambito sicurezza, sono innegabili, al netto di qualche sbavatura di troppo.