Il Mobile World Congress 2017 non ha seguito un filone principale, almeno non come negli ultimi anni. Il motivo? Paradossalmente due, contrapposti: da un lato la stagnante situazione del panorama degli smartphone, dall’altro la vitalità con cui altri tipi di tecnologie stanno invadendo il nostro quotidiano, dagli indossabili alla realtà virtuale.
E così, invece di concentrarsi su uno o due brand, l’edizione annuale ha viaggiato più a ruota libera, con una serie di iniziative riconducibili al massimo alla rivoluzione che ci sarà in ambito connettività: il 5G.
Indice degli argomenti
Ericsson
Partiamo proprio da qui. Protagonista indiscusso della nuova generazione dello standard 5G è il colosso svedese Ericsson che a Barcellona, come all’IFA di Berlino, ha mostrato gli ulteriori passi in avanti fatti nella ricerca delle reti di connessione a supporto di iniziative concrete. Se lo scorso anno avevamo visto i benefici in campo agricolo, questa volta è toccato all’industria delle auto intelligenti e ai dispositivi IoT. Nel bel mezzo dello stand c’è infatti il camion 2.0, un modo per lanciare il “Connected Vehicle Marketplace”, un ecosistema di cui sentire parlare molto presto.
Samsung
Parlando di innovazioni per i professionisti non possiamo non citare i Galaxy Tab S3 e Galaxy Book di Samsung. Pur non rivoluzionando forme e dimensioni, i prodotti portati in Spagna rappresentano un importante passo in avanti fatto dalla coreana verso la smart productivity. Il Galaxy S3, ad esempio, è più leggero e versatile e può sfruttare un pennino (già incluso nella confezione) con cui interagire in maniera diversa con app e browser, un modo sicuramente più veloce e creativo di lavorare.
Il Galaxy Book può essere considerato un vero 2-in-1, visto l’aggancio per la tastiera che lo trasforma in un vero portatile Windows 10. Certo, non ha la potenza dei Core i7, ma con processori Intel i5 e 8GB di RAM, può davvero competere con tutta la concorrenza in quanto a potenza e versatilità; qualità finora viste solo sul Surface Book di Microsoft.
Nokia/HMD
L’operazione nostalgia è completa. Nokia, con il distributore HMD Global, ha davvero riportato in auge il famoso 3310. Si tratta di un feature phone non intelligente ma comunque capace di surfare il web, chattare sulle app principali e scattare foto. Il plus è una versione rimaneggiata di Snake, che non potrà mai competere con quella originale.
Discorso diverso per “l’altra” Nokia, la divisione business che tratta reti e infrastrutture. A differenza di Ericsson meno effetti scenografici e tanta sostanza verso un 2020 che si avvicina sempre di più e che promette di sfruttare il 5G in molteplici settori: dal retail al manufacturing, passando per government e healthcare.
Huawei
L’evoluzione del P9 è compiuta solo in parte. Huawei P10 vanta migliorie sul lato estetico e funzionale, con una doppia fotocamera che riesce a renderizzare meglio foto e modelli in 3D (soprattutto nel caso dei selfie) ma che si riduce poi a una collaborazione con Pantone per la realizzazione di modelli colorati e con cover posteriori abbinate. Serviva qualcos’altro? Si, decisamente.
Anche qui, maggiore interesse al reparto corp, dove Huawei dimostra di aver preso a cuore la questione 5G con la conferma del lancio delle prime soluzioni business già nel 2018, un mix di hardware e software per accompagnare i clienti verso la nuova era dell’information technology.
LG
Meglio allora concentrarsi su LG e sul primo cellulare destinato al mercato europeo con un ridotto spessore tra schermo e cornice. La compagnia coreana ha sfornato un G6 che perde la possibilità di agganciare moduli esterni (come fotocamere e casse audio) ma acquista un formato più elegante e maneggevole, nonostante uno schermo da 5.7 pollici, più grande anche di quello che fu il Note7.