La flessibilità e la semplificazione all’accesso e fruizione delle infrastrutture sono alla base degli ultimi annunci di NetApp, che si orienta sempre più verso il multicloud e a integrare le soluzioni onpremise nella logica dei servizi. Una risposta del vendor alle nuove esigenze evidenziate dalle aziende, le quali stanno progressivamente cambiando il proprio modello di business, che da tradizionale si sta via via spostando verso modalità che tengano conto, gestiscano e valorizzino le grandi quantità di dati che circolano al loro interno. Dati che derivano ormai da un numero crescente di fonti: dall’AI all’IoT, fino alla videosorveglianza e tutti quei device atti alla raccolta e produzione di dati. Nuovi paradigmi che non si possono più affrontare con le vecchie architetture.
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NetApp punta al multicloud “trasparente”
«Una trasformazione che ha portato dapprima al passaggio dall’onpremise alla co-location esterna, per poi passare alle prime soluzioni SaaS, quindi all’infrastruttura as a service, con applicazioni off-premises condivise, per poi, ultimamente, volere portare in casa i vantaggi del cloud, con infrastrutture evolute di private cloud» osserva Roberto Patano, senior manager solution engineering di NetApp Italia.
Da qui, l’approccio di NetApp alla trasformazione, che traduce come “Any Cloud, One Experience”, a intendere lo svincolo graduale dalle infrastrutture a favore dell’esigenza di flessibilità dei clienti.
«Vogliamo dare ai clienti la stessa esperienza d’uso, indipendentemente dal fatto che le loro infrastrutture siano in casa o altrove, all’interno di un service provider, di un hyperscaler – spiega – per dare un’unica modalità di gestione dell’informazione».
Il multicloud di NetApp comprende l’onpremises
E proprio in queste direzioni vanno gli ultimi annunci di soluzioni NetApp.
A partire dalla parte più “classica” di infrastruttura pronta per il cloud, dove il vendor colloca due nuove soluzioni storage, più le nuove funzionalità incluse nel sistema operativo Ontap.
Oltre a questo, le nuove soluzioni di NetApp consentono ai clienti di portarsi in casa, in modalità onpremise, i vantaggi del cloud, con degli strumenti per la gestione dei servizi in cloud, grazie alla possibilità di interfacciarsi con tutti gli hyperscaler e anche nuove logiche di investimento, offrendo di fatto il modello “business as you grow” anche per le soluzioni onpremise.
Gli annunci di NetApp che portano al multicloud
Con ordine, queste le novità tecnologiche del vendor, che ha introdotto due nuove soluzioni Flash, la AFF A320, interamente basata su tecnologie VAB, di tipo midrange, che si affianca all’esistente AFF A800 di tipo enterprise, e alla nuova entry level C190, soluzione pensata per le PMI che vogliono sfruttare i vantaggi del Flash ma abbordabile, con opzioni da 8 a 24 dischi e preconfigurate.
Le nuove funzionalità introdotte all’interno della versione 9.6 di Ontap, il sistema operativo NetApp, riguardano invece miglioramenti sul lato Fabric Cool, in grado di spostare i blocchi freddi all’esterno delle soluzioni Flash, anche verso un cloud pubblico. Inoltre, è stata presentata Flash Cash, una funzionalità di Ontap che permette di accelerare la lettura dei dati, spostandoli il più vicino possibile verso l’utente finale attraverso il cloud. Utile per uffici remoti privi di infrastruttura locale, sfruttando il cloud alla stregua di una vera e propria cash temporanea delle soluzioni.
Ma l’annuncio che dà una svolta all’approccio tecnologico di NetApp riguarda due servizi nuovi. NKS (NetApp Kubernetics Services), ossia il servizio di sviluppo di cluster Kubernetics container su qualsiasi hyperscaler, oggi estende le proprie funzionalità anche per soluzioni iperconvergenti onpremise. Quindi basta andare sul portale NetApp.com, accedere ai servizi cloud NetApp, effettuare deployment di cluster Kubernetics e decidere come destinazione tra AWS, Azure, Google o la propria soluzione HCI onpremise.
Lo stesso discorso vale per la parte di Cloud Volume, che comporta la possibilità di acquisire di volumi di terabyte dal cloud indipendentemente dall’infrastruttura, un servizio IaaS che, anch’esso, viene oggi esteso all’HCI che si ha in casa.
Alla fine si ha, a tutti gli effetti, la libertà di sviluppo della creazione di ambienti così come se fosse nel cloud. Stessa interfaccia, ma possibilità di scegliere se comprare tali servizi direttamente nel cloud oppure sfruttare la soluzione iperconvergente di NetApp onpremise.
NetApp e il multicloud esteso e flessibile
«Il cloud, in definitiva, diventa un’estensione del data center che si ha in casa – riprende Patano -: decide il cliente dove appoggiare i propri servizi, in maniera semplice e controllata».
In questa direzione vanno gli annunci di Azure NetApp Files da parte di Microsoft, completando di fatto la famiglia del multicloud NetApp, la quale estende il servizio di Cloud Volume anche a Google Cloud, oltre alla possibilità di fruire il servizio Cloud Volume Ontap anche su Google Cloud che consente di eseguire applicazioni business critical sul Cloud di Google.
A questo poi si aggiunge la soluzione NetApp Fabric Orchestrator, un tool centralizzato per il controllo e gestione dei dati e informazioni ovunque essi siano, anche in ambiente multicloud, potendo definire le varie policy proprie, dalla duplica al disaster recovery o altro, da applicare a tutti gli ambienti dove i dati risiedono.
Da Capex a Opex: Infrastruttura onpremise con canone mensile
Cambiano infine, le modalità d’acquisto delle soluzioni, con una logica di pay as you go Infrastructure. Ossia acquistare una soluzione iperconvergente onpremises, ma poterla pagare come fosse in cloud, ossia mediante canone. Un pagamento mensile, in forma opex e non capex, in base all’infrastruttura che si vuole avere in casa, con contratto minimo di un anno alla fine del quale si può anche disdire e restituire l’infrastruttura.
(su questo tema leggi anche l’approfondimento su Capex e Opex per i system integrator)
«Una formula che molti, in Italia, ci stanno chiedendo, con la possibilità di fare una consumption delle risorse ma avendole in casa propria. Una formula che porta nuove opportunità a quei partner di canale che si stanno muovendo verso l’offerta di servizi, potendo associare la vendita del “ferro” in modalità servizio» puntualizza Patano.
«Ovviamente si tratta di una nuova modalità di proposizione della tecnologia che prevede un percorso di formazione per i partner. Il canale deve per forza cambiare e valorizzare i servizi e il valore che può aggiungere alle tecnologie, potendosi aprire a una serie di mercati nuovi, dalla containerizzazione, all’artificial intelligence, che si sta facendo strada all’interno del cloud. Con queste specializzazioni, anche un partner di dimensioni piccole, ma molto verticale su nuovi temi, può diventare appetibile da parte dei clienti, anche di livello enterprise» conclude Patano.