Intelligenza Artificiale

OpenAI, no-profit di Elon Musk, diventa partner di Microsoft

L’organizzazione del fondatore di Tesla beneficerà del supporto di Redmond per la ricerca nel campo dell’Intelligenza Artificiale

Pubblicato il 18 Nov 2016

Paolo Longo

Intelligenza Artificiale

Sappiamo quanto Elon Musk ci tenga a seguire innumerevoli progetti. Non solo Marte con la sua SpaceX e il futuro sostenibile dell’auto elettrica Tesla e dell’assorbimento energetico con i pannelli solari dei PowerWall, nel domani del magnate statunitense c’è anche tanta ricerca e analisi nel campo dell’Intelligenza Artificiale, come dimostra l’organizzazione no-profit OpenAI. Resa famosa per OpenAI Gym, piattaforma che intende insegnare ai computer come giocare ai videogame, oggi la piattaforma entra nel circolo di Microsoft, o meglio, può contare sul supporto delle tecnologie di Redmond per lo sviluppo dei suoi prototipi software.

Tutto sulla nuvola

Il primo passo è la scelta per i sistemi del consorzio della piattaforma cloud di Azure: “OpenAI ha scelto Microsoft come tassello fondamentale per la crescita nella ricerca e studio in ambito deep learning. Lo ha fatto pensando che Azure sia l’ambiente ideale che combina tecnologie uniche e prestazioni di alto livello con cui manipolare big data e altri fattori determinanti. Pensiamo ad Azure Batch, Azure Machine Learning e Microsoft Congitive Toolkit” – ha spiegato la multinazionale. Fa un certo effetto vedere il nome di Microsoft affiancato a un soggetto principalmente votato all’open source e alla destabilizzazione delle gerarchie tech mondiali. OpenAI nasce infatti come risposta a chi vedeva nella nascente industria dell’Intelligenza Artificiale un settore governato principalmente da poche forze, che presto si sarebbero ritrovate a decidere, da sole, il futuro dei robot e di soluzioni informatiche avanzate. Porsi nel mezzo di tale predominio avrebbe permesso a tanti altri esperti di far sentire la loro voce nel complesso mondo dell’AI, ponendo le basi per uno sviluppo nei rapporti uomo-macchina più roseo e meno catastrofico di quanto si possa pensare. Evidente Microsoft ha lo stesso obiettivo.

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