Che i bot siano il futuro del commercio elettronico è chiaro. Tutti i player principali stanno pensando a come implementarli all’interno dei loro servizi e anche software dedicati ad altro, come Skype, sono in dirittura d’arrivo con diversi progetti. Il motivo? I bot rappresentano una risposta immediata, veloce e sempre presente alle richieste degli utenti/clienti, in grado di soddisfare la maggiorparte delle necessità basilari poste dagli stessi. Questo vorrà dire un licenziamento in tronco di chi lavora ai call-center o al supporto? No, se si considerano questi strumenti come ausili da affianciare al personale e non sostituti tout-court. La pensa così anche Oracle, che al recente OpenWorld di San Francisco ha svelato la sua piattaforma di sviluppo bot.
Cosa può fare
Larry Ellison, CTO del gruppo, ha presentato il software che si pone l’obiettivo di semplificare, e allo stesso tempo potenziare, la creazione di soluzioni enterprise che sfruttino l’intelligenza computazionale dei bot. La versatilità è tale che i lavori creati con il programma di Oracle possono essere integrati in applicazioni business e consumer, come Facebook Messenger, Slack e Kik, senza necessità di conoscere codice Java, PHP o JavaScript. In questo modo, si allarga esponenzialmente il ruolo di Oracle nel panorama della realizzazione di supporti intelligenti per il commercio, vista la possibilità di ottenere un unico progetto web-based da lanciare anche sui dispositivi mobili, Android e iPhone tra tutti. Il surplus, ad oggi assente nei software creati specificamente per un utilizzo consumer, è l’integrazione con gestionali interni, come gli HCM, che rappresenta una chiave di svolta fondamentale verso l’adozione di sistemi avanzati per la produttività e la strategia aziendale.