Dopo solo qualche ora dalle indiscrezioni che volevano possibile l’acquisizione della divisione mobile di HTC a favore di Google (qui lo speciale sul confronto Google Mail contro Office 365) ecco la conclusione dell’affare, almeno in parte. Con 1,1 miliardi di dollari, Big G si è assicurata la maggioranza dei dipendenti che in passato hanno lavorato alla prima generazione di smartphone Google Pixel, ufficialmente prodotta dal team interno di Mountain View ma con una buona fetta di consulenza esterna proprio di HTC. La mossa ha un paio di conseguenze decisamente importanti per tutto il mondo della telefonia mobile.
Il primo è la possibilità di migliorare ulteriormente le prossime generazioni di Pixel (la seconda è attesa a giorni) sfruttando i brevetti di HTC che non interessano solo i dispositivi portatili. Pensiamo alla realtà aumentata, al VR e alla tecnologia UltraPixel, che ben prima del true-depth di Apple e del dual-pixel di Samsung aveva permesso alla fotocamera dei cellulari di compiere un bel balzo in avanti.
Il secondo punto interessante è la de-centralizzazione del business da Taiwan agli Stati Uniti. Sia chiaro: gli uffici di HTC resteranno dove sono ma il business si parlerà sempre più con la Silicon Valley, rendendo più occidentale il marchio. Una strada che altri colossi orientali, come la cinese Huawei, hanno intrapreso nell’ottica di internazionalizzare il brand e di conseguenza incrementare le vendite.
Il legame tra Google e HTC
Il legame tra Google (qui la mappa dei cloud provider e data center in Italia) e HTC si è rafforzato nel tempo. Guarda caso la storia consumer di Android era cominciata proprio con la compagnia taiwanese. Nel 2011 le due lanciavano l’HTC G1, il primo telefonino potenziato dal sistema operativo del robottino verde. Poi è arrivato il G2, il Nexus One e molto altro. Un’avventura che continuerà, mantenendo in piedi entrambi i brand.